24 Aug, 2025 - 16:20

Vittorio Sgarbi is back: sul Leoncavallo ha cambiato idea, ecco cosa ha detto

Vittorio Sgarbi is back: sul Leoncavallo ha cambiato idea, ecco cosa ha detto

Sta tornando, è tornato. Vittorio Sgarbi ha detto la sua sul Leoncavallo. E, come al solito, non ha speso parole banali. In un'intervista concessa a Repubblica, ha ricordato quando, nel 2006, da assessore alla Cultura del Comune di Milano, visitò il mitico centro sociale sgomberato dopo 31 anni di attività giovedì scorso. 

Ne magnificò i murales. Ora, però, il critico d'arte prestato spesso e volentieri alla politica, ha cambiato idea: i tempi sono cambiati. Il Leonka ha perso la funzione sociale che si era in un certo qual senso ritagliato negli anni Novanta. E per lui è stato giusto procedere allo sfratto degli abusivi.

Sgarbi sul Leoncavallo ha cambiato idea

Dopo mesi di sostanziale silenzio dovuto alla depressione che l'ha colpito, Sgarbi, giorno dopo giorno, sta riaccendendo i motori. A Sara Scarafia di Repubblica ha confidato che è in procinto di riprendere la sua attività a Ferrara e Rovereto con "iniziative e mostre di grande respiro, da Feininger a Girolamo da Carpi". In ogni caso, lo sgombero del Leoncavallo non poteva non essere commentato dal critico d'arte più famoso d'Italia.

Nel 2006, da assessore alla cultura del Comune di Milano, un incarico che ha ricoperto per due anni con Letizia Moratti sindaca, era andato a visitare il centro sociale definendolo "la Cappella Sistina della contemporaneità" e avanzando la proposta di tutelare i murales. 

Quasi vent'anni dopo, però, qualcosa è cambiato:

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Perché quello spazio rappresenta una stagione che non ha più un'attualità nella vita culturale e sociale milanese. Le ragioni per le quali il Leoncavallo aveva un significato alla fine del Novecento sono finite. C'è un difetto di storia nel Leoncavallo di oggi, un limite, una dimensione puramente astratta, e questo lo rende diverso da quello che è stato in quel momento. Siamo davanti all'evoluzione naturale di un fenomeno che era romantico ed è diventato invece accademico, senza la forza di incidere e cambiare la società

I murales del centro sociale paragonati alla Sistina

Fatto sta che Vittorio Sgarbi, da assessore alla Cultura del Comune di Milano, espresse un giudizio estasiato sui murales del Leoncavallo: rappresentavano, per lui, una sorta di Sistina contemporanea. Ma oggi rivede anche quel suo giudizio:

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Era un'altra stagione. Sono stati travolti dalla velocità del tempo che ha portato a una visione più funzionalistica, meno decorativa e meno narrativa della vicenda culturale e politica milanese. I graffiti testimoniano l'attuale. Quindi, l'idea di rinnovarli continuamente, farne di nuovi per rappresentare il mutamento della società è inevitabile nella loro stessa natura. Sono stati concepiti e vengono concepiti di stagione in stagione

In ogni caso: per Sgarbi, non è stato giusto fare lo sgombero con la forza, ma è stato inevitabile.

La domanda su Casapound a Roma

In queste ore, però, si sta sempre più mettendo alle strette il governo per procedere allo sgombero anche di Casapound a Roma. Finora, gli spazi occupati dall'associazione di estrema destra non sono stati liberati.

Sgarbi, che ha fatto parte di questo governo fino al febbraio del 2024 come sottosegretario alla Cultura, che ne pensa?

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Casapound ha una storia diversa rispetto ai graffiti che rappresentano una realtà viva e presente e non un documento di passaggio storico. Quelle decorazioni raccontano l'evoluzione della città, il passaggio da una condizione sociale all'altra
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