Questa sera, lunedì 25 agosto, Rai 1 dedica la sua prima serata a un omaggio speciale: la serie televisiva "Carosello Carosone". Lo show ripercorre la straordinaria vita di Renato Carosone, con Eduardo Scarpetta nei panni del leggendario artista. Vincenzo Nemolato è Gegè Di Giacomo, storico batterista sempre al suo fianco. Ma cosa sappiamo davvero del percorso di questo musicista?
Colpito da un grave tumore negli anni Novanta, Gegè fa ritorno a Napoli dopo decenni trascorsi a Milano, dove ha affrontato un delicato intervento. Renato Carosone, in apprensione per la sua salute, compone e gli dedica il brano "Addò sta Gegè". Tuttavia, Renato muore prima, spegnendosi nella sua casa romana il 20 maggio 2001, e la canzone viene pubblicata solo postuma.
Di Giacomo vive con profonda tristezza la perdita del suo caro amico, ma non può presenziare ai funerali a causa dei suoi problemi di salute, aggravati da una forte depressione. Nel 2003, ormai costretto su una sedia a rotelle, riceve il prestigioso Premio Carosone direttamente a casa sua, nel quartiere di Poggioreale, dalle mani del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, e dell'assessore Teresa Amato. Due anni più tardi, a causa delle conseguenze di un ictus, si spegne all'età di 87 anni.
Gennaro Di Giacomo, meglio conosciuto come Gegè, è nato a Napoli il 14 gennaio 1918. Nipote del celebre poeta Salvatore Di Giacomo, ha mostrato una precoce inclinazione per la musica. Fin da bambino ha iniziato a suonare la grancassa e i piatti insieme al fratello Pino, che si occupava del rullante. Già a dieci anni possedeva la sua batteria e trovò impiego al cinema Sansone, dove accompagnava dal vivo i film muti, imparando l'arte di creare suoni e rumori con qualsiasi oggetto, un'abilità che si sarebbe rivelata preziosa in futuro.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo il servizio militare, ha militato in diverse orchestre, affinando ulteriormente le sue doti. Il 1949 segna una svolta fondamentale nella sua vita. Venuto a sapere che il giovane pianista Renato Carosone stava cercando musicisti per un nuovo trio allo Shaker Club di Napoli, Gegè si presentò all'appuntamento all'hotel Miramare. La leggenda narra che arrivò senza la sua batteria. Di fronte allo scetticismo di Carosone e del chitarrista olandese Peter Van Wood, Gegè improvvisò una batteria con una sedia, un vassoio, bicchieri e altri oggetti, dando vita a una performance che convinse tutti.
Così nacque il leggendario Trio Carosone, destinato a rivoluzionare la canzone napoletana. Il successo fu immediato. I primi dischi del trio, incisi per la Pathé, come "Oh! Susanna" e "Scalinatella", videro Carosone e Di Giacomo accompagnare la voce di Peter Van Wood.
Quando Van Wood intraprese la carriera solista nel 1952, Gegè rimase fedele a Carosone, che ampliò la formazione fino a creare il "Complesso Carosone". Gegè non era solo un batterista: le sue performance comiche e i suoi celebri slogan, come "Canta Napoli! Napoli in fiore!" (per introdurre "La pansè") o "Napoli petrolifera!" (per "Caravan petrol"), erano parte integrante dello spettacolo e contribuirono in modo significativo al successo internazionale del gruppo. La sua presenza scenica e la capacità di coinvolgere il pubblico erano un marchio di fabbrica inconfondibile.
Il Complesso Carosone, con Gegè al centro, raggiunse l'apice della fama con una memorabile tournée americana nel 1957-1958, culminata con l'esibizione alla prestigiosa Carnegie Hall di New York. Dopo il sorprendente ritiro dalle scene di Carosone nel 1959, Di Giacomo tentò una breve carriera solista, partecipando ai Festival di Napoli, ma senza replicare il successo del Complesso. Si ritirò anche lui dal mondo dello spettacolo, facendo un'ultima apparizione al fianco dell'amico Renato dopo il suo rientro nel 1975.