Tutte ricominciano come avevano finito. E così sembra la 39ma giornata del campionato scorso, anziché la 1a della serie A 2025/26. Vince la Roma sullo slancio da Ranieri a Gasperini, perde la Lazio sullo strazio da Baroni a Sarri, pareggiano la Fiorentina e l'Atalanta boccheggiando, si diverte il Como esaltandosi, si ridimensiona il Bologna che all'Olimpico continua a celebrare la Coppa Italia anziché giocare.
Tutto uguale a pochi mesi fa? Non proprio, perché in verità la Juventus un po' migliora e il Milan un po' peggiora. Nelle grigliate di pronostici classici di ogni agosto, la Juventus ha ancora qualcosa meno rispetto a Napoli e Inter. Ma pure qualcuno in più: Jonathan David. Il canadese è un grande attaccante d'area. È superfluo e appena sufficiente se c'è da dialogare a centrocampo; diventa micidiale quando invece c'è da finalizzare. Al gol segnato contro il Parma sembrava Pippo Inzaghi. Anzi, considerando l'azione disegnata da Yildiz e conclusa da David, i due sembravano Cassano e Pazzini ai tempi della Sampdoria. E scusate se lo scrivo in anteprima qui su Tag24, anziché dirlo in presenza proprio di Pazzini a Pressing, la domenica notte. Rimedierò alla prossima occasione.
David titolare della Juve significa che l'arrivo di Kolo Muani non è più così scontato, anche perché continua a dipendere dalla partenza non più scontata di Dusan Vlahovic. Questione di feeling ritrovato con il pubblico dello Stadium. Ma soprattutto questione di soldi. L'ultimo anno di Vlahovic costa alla Juve circa 22 milioni. Ma due mesi li ha già pagati. Quindi ne rimangono 18 lordi. Tanto? Troppo? Per prendere Kolo Muani ne servirebbero subito almeno altrettanti fra stipendio e prestito da pagare al Psg, poi ci sarebbe la somma per l'acquisto a fine stagione (altri 50 milioni). Ne vale la pena?
Di sicuro David, Vlahovic e Kolo Muani non possono coesistere nella stessa squadra. Un po' perché tatticamente può giocare solo uno dei tre. Un po' perché diventerebbe un trio economicamente spaventoso per le casse di qualsiasi club, considerando che l'impiego da titolare sarebbe per uno soltanto su tre. Così il Milan - per la precisione Allegri - ha cullato a lungo l'idea di portarsi Vlahovic a San Siro. Ma l'allenatore sognava di essere ancora al Milan di Berlusconi. La versione rossonera attuale è rigida come un fondo che punta a guadagnare ovunque e comunque. A partire dal mercato, naturalmente.
Infatti, il Milan ha incassato circa 170 milioni dalle cessioni di Reijnders, Thiaw, Theo, Okafor, Emerson e via via perfino a Colombo. Ma ne ha spesi solo un centinaio, peraltro alcuni in maniera esagerata (17 per Estupiñán e 25 per Ricci). Logico che tornino i conti economici e finanziari, ma non quelli sportivi. Non si può pretendere che il Milan diventi una squadra da scudetto guadagnando una settantina di milioni e scalando sette posizioni in classifica. Non si scherza con i numeri. E per chi invece si ostina ad illudersi, c'è poco da stare... Allegri.