Vito Leccese è sindaco di Bari da circa un anno. Ma ormai, fuori dalla sua città, è conosciuto solo per le sue lezioni di antisemitismo.
La funzionaria dell'Onu Francesca Albanese non riesce ad ammettere che Hamas è un'organizzazione terroristica? Promossa: Bari le ha consegnato finanche le chiavi della città facendola diventare sua cittadina onoraria.
Israele? Bocciato. Meglio che questo Paese non si faccia vedere alla Fiera del Levante. Vanno bene tutti. Anche quelli governati dalle peggiori dittature, ma non quello di Netanyahu "che si sta macchiando di genocidio".
Giovanni Gasparro? Bocciato. Il pittore barese è meglio che nemmeno lui si faccia vedere troppo nella sua città. O quantomeno è meglio che non esponga i suoi lavori dove è nato: è accusato di essere un antisemita.
Il sindaco Vito Leccese ha lanciato la sua fatwa contro l'artista paradossalmente proprio nel volersi difendere dalle accuse di antisemitismo che gli aveva rivolto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Ma perché l'ha fatto? E chi è Giovanni Gasparro?
Giovanni Gasparro è uno degli artisti più noti e interessanti del panorama italiano. Già qualche anno fa, nel 2020 per la precisione, salì all'onore delle cronache, però, per un suo dipinto che gli costò una denuncia.
Fu invitato a Trento dal Museo tridentino per arricchire una mostra che ripercorreva la storia di una fake news vecchia di secoli.
Nel 1475, infatti, a Trento, scomparve un bambino, Simonino. Il suo corpo fu ritrovato dopo giorni nei pressi di una casa abitata da ebrei. Al che, si scatenò una sorta di caccia al giudeo. Anche se non avevano alcuna responsabilità dell'omicidio di Simonino, la popolazione, fomentata dalla Chiesa, credette che il piccolo fosse finito vittima di un loro sacrificio umano, pratica che i cattolici credevano in uso presso la comunità ebraica.
Ebbene: Gasparro si presenta nel 2020 con un quadro che intitola "Martirio di San Simonino da Trento, per omicidio rituale ebraico".
Gasparro pubblica l'opera che ritrae il falso storico anche su Facebook. Molti antisemiti (veri) vanno a nozze. Da qui la denuncia della comunità ebraica: quei visi assatanati, i nasi adunchi, il payot, le kippah ripercorrono il manuale antisemita tipo per i rappresentanti della comunità.
Risultato: la Procura di Bari procede per propaganda di idee fondate sull’odio razziale antisemita. Parte civile, la Comunità ebraica di Roma.
Ma tant'è: Giovanni Gasparro ha sempre respinto l'accusa di antisemitismo. Però, il sindaco Vito Leccese, da parte sua, emette la sentenza: la sua arte è espulsa da Bari. E ora quella sua scelta la utilizza per difendersi dalle accuse di antisemitismo che si trova a schivare dopo la scelta di escludere Israele dalla Fiera del Levante.
Giovanni Gasparro, nato a Bari il 22 ottobre del 1983, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 2007, espone in tutt'Italia dal 2001. Ma la sua arte è riconosciuta a livello internazionale.
Nel 2011, l'Arcidiocesi dell'Aquila gli commissiona la decorazione delle ancone marmoree della basilica di San Giuseppe Artigiano danneggiata dal terremoto del 2009.
Nel 2012, realizza un'opera per la Costa Fascinosa, la più grande nave da crociera d’Europa.
Ma i suoi lavori si trovano da Siena a Trani, da Roma a Torino. Tutti i maggiori critici d'arte, da Claudio Strinati a Vittorio Sgarbi, si sono interessati a lui. E, naturalmente, tutto hanno detto della sua arte, tranne che è di un antisemita.
Ieri, del resto, lo stesso Gasparro, con un post su Facebook, l'ha messa così:
Gasparro poi ha continuato: