Più volte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei suoi interventi utilizza la parola “costruttori”. Lo ha fatto anche nel messaggio inviato al Meeting di Comunione e Liberazione: “Abbiamo bisogno di costruttori di comunità. Costruttori di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà. Non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso. Libertà, democrazia, pace, modello sociale, vanno continuamente rigenerati nella fedeltà ai loro presupposti valoriali”.
E’ un’arte quella di costruire, mattone dopo mattone. E’ un lavoro complesso, spesso faticoso ma non bisogna farci prendere dalla stanchezza e dalla sconforto ma mano che si procede lungo la costruzione ma aver sempre ben presente l’obiettivo finale dell’azione di costruire. Solo pensando all’obiettivo finale supereremo le difficoltà che incontreremo ora per ora, giorno per giorno. E’ fondamentale la fase di preparazione del progetto, il disegno su cui lavorare. Una volta superata questa fase non resta che mettersi all’opera, anzi, proseguire il lavoro perché anche la progettualità fa parte dell’arte di costruire. Sempre Mattarella nel messaggio alla nazione del 31 dicembre 2020 disse che è l’ora dei costruttori.
E’ sempre l’ora dei costruttori. Basti pensare agli scalpellini medievali che per costruire la cattedrale mettevano la stessa dedizione in tutte le decorazioni, si trattasse della facciata o dell’interstizio più nascosto, quello nell’angolo là dietro, che solo i piccioni erano in grado di apprezzare.