Nel prossimo autunno, milioni di famiglie italiane si troveranno ad affrontare una vera e propria "stangata" nei bilanci domestici, con un rincaro medio stimato in circa 416 euro a nucleo familiare rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo aumento è il risultato di una serie di dinamiche complesse che coinvolgono vari settori essenziali — dall’alimentazione all’energia, dalla scuola ai trasporti — aggravando le sfide di chi già si trova a gestire entrate incerte e potere d’acquisto ridotto.
Il comparto delle utenze domestiche si conferma il principale responsabile dei rincari autunnali. Secondo Codacons e altre associazioni dei consumatori, una famiglia dovrà preventivare un aumento di circa 170 euro soltanto per le bollette di luce e gas tra settembre e dicembre. Il rincaro è alimentato sia dalla crescita della domanda interna — con l’accensione dei riscaldamenti e l’avvicinarsi dell’inverno — sia dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime a livello internazionale, tra tensioni geopolitiche e ipotesi di nuovi dazi commerciali. In certi casi, l’incremento delle tariffe energetiche ha superato il 15% rispetto al 2024, mettendo sempre più in difficoltà i nuclei meno abbienti.
Non meno rilevante è la crescita dei prezzi alimentari, che secondo le stime impatterà per circa 130 euro in più sui bilanci autunnali delle famiglie con due figli. L’aumento dei costi dei prodotti di prima necessità è trainato dall’inflazione e dal rialzo dei costi di produzione, ma risente anche di fattori stagionali e dei recenti cambiamenti nei mercati delle materie prime. I consumatori spesso si trovano a dover ridurre la varietà del carrello o a rinunciare ad alcune scelte di qualità, mentre i supermercati segnalano costanti incrementi al dettaglio.
Il ritorno sui banchi comporta un aggravio di 50 euro per il materiale scolastico e diari, astucci e quaderni registrano un +5% rispetto al 2024. I libri di testo, invece, hanno visto lievitare il prezzo del 3,8%: per una famiglia con figli a scuola si tratta di nuove spese da pianificare, aggravate dall’aumento generalizzato di tutte le altre voci di bilancio.
Anche muoversi costa di più. Un nucleo di quattro persone spenderà in media 66 euro in più nell’ultimo trimestre dell’anno per gli spostamenti ordinari, tra benzina con prezzi volatili e biglietti del trasporto pubblico. Questi incrementi, pur meno rilevanti delle bollette e del carrello, contribuiscono comunque a ridurre la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto in città dove i trasporti sono essenziali per la vita quotidiana.
L’inflazione di agosto si è attestata all’1,6% e, secondo l’Osservatorio Federconsumatori, l’impatto annuo sulle famiglie può arrivare a 504 euro in più, di cui 196 solo per il settore alimentare. I dati rivelano scelte di consumo sempre più prudenti e la tendenza a tagli e rinunce, specie sulle voci “vitale” come l’alimentazione.
Per attenuare il peso dei rincari autunnali, lo Stato ha messo in campo alcuni interventi come la social card “Dedicata a te”, una prepagata da 500 euro destinata ai nuclei con Isee inferiore a 15mila euro annui. Tuttavia, questi strumenti risultano spesso insufficienti a compensare l’intero aumento dei costi, soprattutto per le famiglie numerose.