02 Sep, 2025 - 05:40

Chi è Alberto Felice De Toni, il sindaco di Udine che reputa "inopportuno" giocare Italia-Israele

Chi è Alberto Felice De Toni, il sindaco di Udine che reputa "inopportuno" giocare Italia-Israele

Gennaro Gattuso ha detto che è un uomo di pace, ma che Italia - Israele, partita valida per le qualificazioni mondiali in programma a Udine il prossimo 14 ottobre, deve essere giocata. Figc e Viminale, del resto, hanno dato l'ok: palla al centro.

Sta di fatto che alla sinistra pro Pal non piace proprio l'idea che la nostra Nazionale sfidi quella di Tel Aviv. Secondo il suo modo di ragionare, bisogna dare "un segnale" al governo Netanyahu e isolare Israele anche dal punto di vista sportivo come, del resto, capita alla Russia.

Uefa e Fifa, all'indomani dell'invasione dell'Ucraina del 24 febbraio 2022, hanno estromesso la squadra di Putin. Per Israele, quindi, la sinistra chiede la stessa cosa. E se Fifa e Uefa considerano il suo un caso diverso, vorrebbe che ad incrociare le braccia fosse di sua spontanea volontà la squadra italiana.

Che sia "inopportuno" giocare contro Israele lo pensa anche il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni.

Chi è il sindaco di Udine che non vuole la partita Italia-Israele

Ieri, interrogato sull'argomento dal Messaggero Veneto, il sindaco di Udine Alberto Felice De Toni l'ha messa così: 

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Non fomentiamo le polemiche, non è proprio il caso. Però la mia idea è di rinviare per poi recuperare Italia-Israele per eventuali problemi di ordine pubblico

Il sindaco ha fatto questo ragionamento:

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Israele non è stato escluso dalle competizioni sportive internazionali. Ma di fronte a un dramma che non ha eguali negli ultimi ottant'anni, davanti a tanta sofferenza, giocare sarebbe inopportuno

Fatto sta che lo stadio (bellissimo) di Udine, la Dacia Arena, è gestito dall'Udinese, la decisione di ospitare i match della nazionale è della Figc e la partita è organizzata dall'Uefa.

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Come Comune siamo al terzo livello, chiamati a occuparci di ordine pubblico con il coordinamento della Prefettura

ha precisato il sindaco. Aggiungendo anche di avere 70 anni e di "non ricordare nulla di simile a quel che sta accadendo oggi a Gaza".

La storia del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni 

Alberto Felice De Toni, quindi, ne fa una sorta di questione di coscienza. Dipendesse da lui, Italia - Israele non si giocherebbe il 14 ottobre 2025. Si giocherebbe solo quando le armi sarebbero deposte. Beh: intanto, per giungere a quest'obiettivo, non sarebbe male fare pressioni anche su Hamas che dopo quasi due anni detiene ancora degli ostaggi israeliani.

Ma tant'é: il sindaco De Toni con questa sua presa di posizione si è allineato al pensiero mainstream del centrosinistra. Non a caso all'interno del Pd è partita addirittura una petizione che ha coinvolto vari parlamentari per boicottare Israele anche a livello sportivo. E De Toni, anche se senza tessera, è un sindaco vicino al partito di Elly Schlein.

È stato eletto ad aprile 2023 a capo di una coalizione di centrosinistra succedendo a Pietro Fontanini, esponente di lungo corso della Lega.

De Toni, nato a Curtarolo, in provincia di Padova, nel giugno del 1955, e laureato con lode in Ingegneria chimica, fu scelto come classica figura della società civile. In città, infatti, era molto conosciuto e apprezzato per la sua attività di docente universitario. Nel 2006, divenne preside della facoltà di ingegneria dell'Università degli Studi di Udine. Nel 2013, eletto Magnifico Rettore. 

Dal 2015 al 2018 è stato Segretario Generale della Conferenza dei Rettori delle Università italiane. E nel 2017 ha fatto proprio di Udine lo scenario di un incontro con i rappresentanti di oltre 170 università e organizzazioni provenienti da Europa, America e Asia che diede vita al cosiddetto "Udine G7 University Manifesto".

Il motto politico del sindaco De Toni

De Toni, molto riservato sulla sua vita privata, quando ha cominciato la sua avventura politica, ha scelto come motto "le persone fanno la differenza". Ma forse questo dovrebbe valere anche per chi gioca a calcio con la maglia di Israele: sono davvero tutti solidali con il governo Netanyahu?

 

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