‘Buona notte col pezzo forte di mia moglie’ ‘C’è qualcuno che vuole scambiare le foto?’ ‘Cosa fareste a mia moglie? ‘La mia compagna ama giocare col lato B’ ‘Mia moglie, cosa pensate commenti liberi’ ‘Lei dorme e io osservo’. Sembrerebbe impensabile nel 2025, ma eccoci nuovamente di fronte ad un caso di violazione della privacy e violenza di genere. 32 mila uomini per 6 anni condividevano in un gruppo Facebook denominato ‘Mia moglie’ immagini in cui ritraevano mogli, fidanzate,compagne o amiche.
Migliaia di uomini iscritti a questo canale, dove senza alcun tipo di indignazione e consenso pubblicavano donne ritratte in costume da bagno, in intimo o anche solo mentre cucinano o riposano sul divano. Migliaia di profili, alcuni falsi mentre altri con nome e cognome , con commenti volgari e sessisti, dove la donna diventa solo un trofeo e un oggetto da condividere.
A segnalare il profilo migliaia di persone e profili online, tra cui ‘No Justice no peace’ e quello di Carolina Capria, ‘L'ha scritto una femmina’. Grazie al potere mediatico di queste figure, Meta ha provveduto alla cancellazione del gruppo Facebook. Sicuramente una vittoria , ma la guerra continua. Sono tuttora presenti dei gruppi privati e nascosti Facebook e Telegram, con tanto di selezione per chi vuole parteciparvi. La denuncia di un gruppo, presente da ben 6 anni, è solo la punta dell’iceberg, ma questo non porrà fine al fenomeno del revenge porn.
Migliaia di donne hanno scoperto che alcune loro foto erano state pubblicate in anonimato e commentate in questo gruppo. Donne i cui diritti sono stati violati a causa di uomini che si sentono potenti davanti a tutto, anche alla legge. Un Trend virale su Tiktok prova a dare una mano a queste ragazze, aiutandole a ridurre l’impatto emotivo e a non sentirsi sole.
Migliaia di ragazze hanno pubblicato un video di loro allo specchio scrivendo ‘ Volevo dire alle donne cui i loro uomini condividevano foto/video sui social che se abbiamo un corpo simile potete tranquillamente dire che sono io’ Anche se la chiusura del gruppo non basterà sicuramente a fermare il revenge porn, la voce delle donne può diventare l’inizio di un cambiamento culturale. E’ un grido collettivo : non siamo sole e non siamo complici, siamo donne per le donne.
Cosa fare se si è vittime di un revenge porn?
Ecco alcuni consigli utili su come comportarsi se si scopre di essere vittime di un revenge porn:
● Conserva le prove: fai screenshot delle immagini o dei video pubblicati, includendo il nome di chi lo ha pubblicato, data e ora della pubblicazione;
● Segnala subito i contenuti per violazione della privacy o per ‘revenge porn’
● Denuncia alle autorità: Sporgi denuncia presso i Carabinieri o la Polizia Postale, il revenge porn in italia è reato ( art. 612- ter del Codice Penale, introdotta nel 2019) La pena può variare da 1 a 6 anni di carcere con multe dai 5.000 ai 15.000 euro
● Cerca supporto: è a disposizione il numero nazionale 1522 che offre assistenza gratuita a tutte le vittime di violenza o stalking, anche digitale Il revenge porn è un crimine e va punito, riconoscerlo e denunciarlo è il primo passo per fermarlo.
A cura di Sofia Bendaj