05 Sep, 2025 - 18:05

A Cernobbio Zelensky da una parte e i pacifisti italiani da un'altra: cosa sta succedendo

A Cernobbio Zelensky da una parte e i pacifisti italiani da un'altra: cosa sta succedendo

Non solo economia e finanza internazionale: per il quindicesimo anno, in contemporanea al Forum Ambrosetti, a Cernobbio, si aprono le porte anche al variegato mondo del pacifismo.

Sta di fatto che sarà curioso notare come nello stesso momento Zelensky, il presidente dell'Ucraina, uno Stato aggredito e che lotta per la sopravvivenza da tre anni e mezzo, starà da una parte mentre i pacifisti dall'altra.

A Cernobbio Zelensky e i pacifisti italiani

Meno male che il presidente ucraino è intervenuto in videoconferenza. Magari, se fosse sbarcato sulle rive del lago di Como, avrebbe rischiato anche una contestazione da parte dei pacifisti senza se e senza ma. Ma, invece, con un bel divano e un bel tetto sopra la testa.

Tra oggi e domani, infatti, oltre 250 delegati delle associazioni pacifiste italiane saranno presenti a Cernobbio in occasione del Forum “Addio alle armi”.

La manifestazione, promossa da Sbilanciamoci e Rete Pace e Disarmo, punta a essere “l’Altra Cernobbio” e punta a “ribadire che esiste un’alternativa alle scelte di riarmo e guerra e che le proposte della società civile (italiana e internazionale) sono strade possibili e concrete per costruire un futuro di Pace positiva”.

Ora, quale sia quest'alternativa nel caso dell'Ucraina di Zelensky è ben chiaro a tutti: la resa al regime liberticida di Putin. Peccato però, che dalle parti di Kiev, nessuno voglia rinunciare a battersi per la propria libertà: Arci, Acli, Anpi, Emergency, Pax Christi, Fondazione Perugia-Assisi, Movimento dei Focolari, Cgil, Legambiente, Greenpeace, solo per citare le sigle più famose, dovranno prima o poi rendersene conto.

Il comunicato dei pacifisti italiani

Nel frattempo, però, i pacifisti sulla pelle degli ucraini hanno firmato un comunicato in cui, nonostante tutto, si dicono fiduciosi in un futuro peace and love:

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“Riteniamo davvero che sia possibile una strada alternativa al vicolo cieco di un riarmo e di un futuro dettato dalle spese militari che ci spinge verso il baratro della guerra

La prospettiva degli animatori dell'altra Cernobbio, quindi, è questa:

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“La prospettiva possibile, seria e giusta è quella del disarmo e di una Pace positiva basata sulla sicurezza condivisa e costruita su un’economia civile e sostenibile che promuova i diritti e il benessere dei cittadini e delle cittadine, la giustizia sociale, l’eguaglianza”

Amen.

Chi sono i pacifisti di Cernobbio

Ma chi sono i pacifisti italiani che si sono dati appuntamento a Cernobbio tenendosi lontani dall'assise alla quale si rivolgerà Zelensky?

Sul lago di Como, oltre alle associazioni già citate, sono attesi Rosy Bindi, Tomaso Montanari, padre Alex Zanotelli, Nadia Urbinati. Inoltre, proprio come Zelensky da remoto, interverrà in collegamento dalla Freedom Flottilla in viaggio verso Gaza, Maria Elena Delia, referente per l’Italia del Global Movement to Gaza.

Peccato che non ci sia alcuna flottiglia in viaggio anche verso Kiev.

Le iniziative dei pacifisti

In ogni caso, nel corso del Forum dell’Altra Cernobbio, gli organizzatori hanno annunciato che verranno lanciate le prossime iniziative del pacifismo italiano. Roba seria. e concreta, soprattutto: la Marcia per la Pace Perugia-Assisi del prossimo 12 ottobre; la carovana per un’economia disarmata che attraverserà oltre 40 città italiane in occasione della discussione della legge di Bilancio; e, last but not least, la nuova fase della campagna “Un’altra difesa è possibile” per "un dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta" (letterale). 

L’intenzione è anche quella "di aprire un confronto con la politica italiana ed europea, affinché si smetta di fornire appoggio a scelte di riarmo e di guerra".

Insomma, si capisce perché a Cernobbio Zelensky stia da una parte e i nostri pacifisti da un'altra.

Poco male, per loro: contano di rifarsi con Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Maurizio Acerbo. Il quale, per chi non lo sapesse, è il segretario nazionale di Rifondazione Comunista. 

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