Il Veneto si prepara a entrare nel vivo della campagna elettorale per le regionali 2025, ma la partita per il centrodestra appare più complessa che mai. Il 28 e 29 settembre scatterà ufficialmente la corsa con il voto nelle Marche, ma ancora non c’è accordo sul candidato da proporre agli elettori. La regione, storica roccaforte della Lega, deve affrontare la delicata fase post-Zaia: il governatore uscente non può ricandidarsi, e gli alleati di centrodestra – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – sono ancora divisi sul nome del successore.
La pressione cresce, mentre le trattative proseguono a rilento, con la sensazione che il tempo per trovare una soluzione ci sia, ma non a sufficienza per evitare tensioni. Il vicepremier Matteo Salvini ha ribadito la necessità di una decisione rapida.
“Spero che venga scelto il prima possibile – ha dichiarato – perché ho incontrato tanti imprenditori, tante associazioni, tanti cittadini che non vedono l’ora di scendere in campo e di vincere”. Nessun veto, ha aggiunto, sulla lista Zaia, definita “un valore aggiunto”: molti sindaci vorrebbero correre anche senza casacche di partito, e l’obiettivo rimane garantire ai veneti il buon governo degli ultimi quindici anni. Tra le ipotesi circolate per la candidatura c’è Lorenzo Fontana, presidente della Camera, ma Salvini ha frenato: “Sta facendo benissimo il presidente, non so che intenzioni abbia, ma immagino che voglia continuare a farlo bene”.
A rendere ancora più complesso lo scenario in Veneto c’è Roberto Vannacci, ex generale e ora europarlamentare della Lega, che rivendica un peso politico crescente nella regione. In un post recente ha mostrato i numeri delle europee 2024: oltre 72.000 voti in Veneto, più del triplo del secondo classificato, un segnale chiaro a chi lo considera un ostacolo interno. Con oltre 150 “club Vannacci” attivi in tutta Italia e una crescente visibilità mediatica, il generale si è imposto come un leader alternativo all’interno della Lega, non necessariamente in contrasto con Salvini, ma in grado di esercitare influenza concreta sul territorio veneto.
La crescita del consenso attorno a Vannacci non è casuale. Dal libro Il mondo al contrario all’elezione a europarlamentare, l’ex generale ha accumulato attenzione mediatica e consensi elettorali difficili da ignorare. Il risultato è un aumento della sua visibilità politica e un consolidamento del suo ruolo nella Lega, tanto da essere nominato vicesegretario del partito a maggio scorso.
Il suo peso rischia di influenzare la successione di Zaia, mentre Fratelli d’Italia continua a rivendicare la possibilità di proporre un proprio candidato. Le parole di Vannacci sembrano dunque rivolte a rassicurare i propri sostenitori e a segnare la sua centralità nella regione, rafforzando la cosiddetta “vannaccizzazione” della Lega, un fenomeno che preoccupa i dirigenti storici del partito veneto.
Il nodo del candidato resta comunque delicato. La Lega rivendica il diritto di indicare il successore di Zaia e difende la possibilità di una lista a suo nome, mentre Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia restano contrari a una lista separata che potrebbe sottrarre voti alla coalizione. Il possibile compromesso potrebbe arrivare dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, figura apprezzata sia in Lega che in FdI, considerata una via di mezzo tra le esigenze dei diversi partiti. Questa soluzione, tuttavia, aprirebbe la strada a un rimpasto dell’esecutivo, scenario che la premier vorrebbe evitare. Per il momento, la decisione finale è rimandata agli esiti delle regionali in altre regioni chiave, come le Marche, prima di prendere una posizione definitiva sul Veneto.
La delicatezza della situazione emerge anche dai vertici di maggioranza: le riunioni estive non hanno portato a passi avanti concreti tra Lega, FdI e Forza Italia. Secondo alcune indiscrezioni, un nuovo incontro è previsto nei prossimi giorni, ma in pochi confidano in una soluzione risolutiva. Il rischio è che, tra veti incrociati e pressioni interne, la campagna elettorale inizi con tensioni ancora aperte, soprattutto per la Lega, che deve bilanciare il peso crescente di Vannacci con la necessità di presentare un candidato credibile e condiviso.
In Veneto, quindi, la partita regionale si gioca su più livelli: da un lato la successione di Zaia e la gestione interna della Lega, dall’altro la strategia della coalizione, con Fratelli d’Italia pronta a far valere la propria posizione. Tra candidature ancora incerte, alleanze da rispettare e figure emergenti come Vannacci, la scena politica locale si prepara a settimane decisive.
Il risultato finale determinerà non solo chi guiderà la regione, ma anche l’equilibrio futuro all’interno del centrodestra veneto e la capacità della Lega di gestire le proprie dinamiche interne senza compromettere l’unità della coalizione