Abbiamo spesso sentito parlare di film ispirati a romanzi e storie vere, ma di film ispirati a saggi scientifici e filosofici? Detta così sembra un esperimento impossibile, ma è ciò che succede con "L'ordine del tempo", il film drammatico del 2023 di Lilia Cavani con Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport e Richard Sammel, ispirato all'omonimo libro del fisico Carlo Rovelli.
Il film ci porta nella storia di un gruppo di amici di vecchia data che hanno l'abitudine di festeggiare sempre il compleanno di una di loro, Elsa, in una villa sul mare, a Sabaudia. È la volta del cinquantesimo e, come sempre, si ritrovano tutti, convinti di passare una bella serata all'insegna dei vecchi tempi.
Ma è proprio in questa occasione che la tranquillità si spezza a causa di una brutta notizia: due scienziati del gruppo rivelano che la fine del mondo è imminente a causa di un asteroide chiamato Anaconda, in rotta di collisione con il nostro pianeta.
Da questo momento cambia tutto. La cena tra amici diventa un viaggio introspettivo dove i personaggi si confessano i rimpianti, le speranze che non hanno realizzato, i segreti che avevano e le confessioni più intime. Vivono, uniti dal loro legame, l'angoscia al pensiero di dover sottostare ad un destino atroce e l'urgenza di strappare gli ultimi bei momenti alla vita.
Per chi volesse approfondire meglio i temi del film "L'ordine del tempo", c'è il saggio a cui si ispira, scritto dal fisico Carlo Rovelli e pubblicato nel 2017. Un libro che smonta le nostre sicurezze sul tempo e che ci spiega come questo non sia un flusso assoluto e unico, come lo percepiamo quotidianamente: ogni orologio ha un tempo a sé, e passato, presente e futuro in realtà non sono confini netti come tendiamo spesso a pensare.
Si viaggia tra le pagine nella relatività, nella meccanica quantistica e nella consapevolezza che la realtà è formata da molti eventi.
Il tempo: un tema interessante, visto e rivisto, sì, ma che non stancherà mai nel mondo del cinema. Il film si ispira alle idee del libro e le trasforma in una storia esistenziale e corale. Non ci sono equazioni o formule. La regia prende il cuore del concetto, ovvero il nostro modo di vivere il tempo, e usa l'espediente della fine del mondo per parlarci di personaggi che fanno i conti con la loro vita e con come l'hanno vissuta. L'adattamento cinematografico quindi, com'è ovvio che sia, dato che si tratta di un saggio, non poteva per filo e per segno seguirne la struttura, ma di sicuro ha voluto catturarne l'essenza più profonda.