"Il centrodestra è compatto". Questo è il mantra che diversi esponenti del governo Meloni stanno ripetendo da più di un mese, in attesa che vengano fatti i nomi dei candidati delle prossime elezioni regionali. Dallo scorso agosto ne è passata di acqua sotto i ponti: incontri saltati, mancati accordi e l'immagine infine di una maggioranza di governo spaccata e indecisa su chi presentare in Campania, Puglia e Veneto. I nomi ci sarebbero anche ma l'ufficialità tarda ad arrivare mandando in allarme l'elettorato di centrodestra. Una situazione resa meno gradevole soprattutto dalle questioni relative alla corsa per Palazzo Balbi.
Il Veneto nel giro di un anno è diventato quasi l'emblema dei dissidi interni al centrodestra. Già dallo scorso anno, i tre principali partiti del governo hanno iniziato a proporre nomi diversi: la Lega non è intenzionata - ancora oggi - a fare a meno dell'attuale governatore Luca Zaia, Fratelli d'Italia propone invece il coordinatore regionale del partito Luca De Carlo e infine Forza Italia avanza il nome dell'ex sindaco veronese Flavio Tosi. Uno stallo che non consente di dare il via alla campagna elettorale.
A cercare di spegnere le tensioni è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il titolare della Farnesina ha spiegato nella giornata di oggi che non ci sono divisioni nella maggioranza di governo. Per il segretario di Forza Italia sarà fondamentale vincere nelle Marche e poi trovare candidati validi per le tre Regioni ancora in bilico.
Sette regioni, tre posti vacanti e ancora tante indecisioni. Negli scorsi giorni, la maggioranza di governo ha attaccato il centrosinistra dopo l'annuncio dei candidati per le prossime elezioni regionali che coinvolgeranno Valle D'Aosta, Puglia, Campania, Calabria, Toscana, Marche e Veneto. Tuttavia da parte del centrodestra mancano ancora i nomi di candidati unitari in tre regioni: Puglia, Campania e Veneto sono i nodi cruciali della maggioranza di governo nei prossimi mesi.
Mentre nelle prime due Regioni sarà fondamentale ottenere un buon risultato, in Veneto la vittoria è praticamente scontata. In Puglia resta quotato il nome di Mauro D'Attis, parlamentare forzista eletto nel 2022, in Campania invece il candidato ideale sembra Edmondo Cirielli, vicesegretario degli Esteri. In Veneto la situazione è decisamente più complicata con i tre partiti di governo che propongono ognuno un nome.
Nodi sciolti nelle Marche e in Calabria. Nella prima regione si voterà il 28 e 29 settembre e il candidato del centrodestra sarà il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che dovrà sfidare l'eurodeputato dem Matteo Ricci in un duello che si preannuncia apertissimo. In Toscana, dopo mesi di indiscrezioni, è arrivata l'ufficialità della candidatura del sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi. Il primo cittadino pistoiese affronterà il governatore Eugenio Giani. In Calabria, invece, il candidato del centrodestra sarà il presidente dimissionario Roberto Occhiuto che dovrà vedersela con l'eurodeputato pentastellato Pasquale Tridico.
In queste regioni, stando alle più recenti rilevazioni, il centrodestra sarebbe favorito solo in Calabria. I dati relativi alla Toscana consegnano un quadro ben preciso: il campo largo potrebbe stravincere.
Governo in difficoltà e crisi all'orizzonte? Sono tante le ipotesi che potrebbero essere avanzate. Tuttavia ci pensa il ministro degli Esteri Tajani a sciogliere i dubbi in merito all'assenza di nomi. Il vicepremier ha detto che Forza Italia non è in ritardo e che il partito sta lavorando con impegno per vincere nelle Marche, in Val d’Aosta e in Calabria, confidando poi di trovare candidati unitari in Veneto, Campania e Puglia. Il ministro ha sottolineato come il voto nelle Marche non influenzerà la scelta di candidati in altre regioni.
Ha poi sottolineato che la loro coalizione è politica e stabile dal 1994, a differenza del centrosinistra, definito elettoralistico e frammentato. Tajani ha aggiunto che la tempistica nella scelta dei candidati non è determinante. Il viceministro Francesco Paolo Sisto ha evidenziato che Forza Italia porta avanti le proprie idee con moderazione e determinazione, sostenendo valori costituzionali e coerenza politica come garanzia di stabilità per il Paese.