Da qui a dieci anni, nel 2035, in Europa, sarà vietata la vendita di auto a benzina o diesel.
La corsa del Green Deal, il pacchetto normativo per accelerare la transizione verde voluto da Ursula von der Leyen già nel corso del suo primo mandato a capo della Commissione europea, continua inesorabile.
Il futuro, ormai, pretende solo motori a emissioni zero. E questo nonostante le polemiche politiche sollevate da chi evidentemente teme che il passaggio dai combustibili fossili all'elettrico comporti la perdita di migliaia di posti di lavoro.
A far parte di questa schiera è, ad esempio, Forza Italia.
Ma tant'è: ora, anche il centrodestra sembra essersi convertito al nuovo senso di marcia. Tanto è vero che oggi, in Gazzetta Ufficiale, è comparso il decreto che istituisce i nuovi incentivi per le auto elettriche. Si tratta di 597,3 milioni di euro derivanti da fondi Pnrr che, secondo il Governo Meloni, dovrebbero portare sulle strade italiane non meno di 39 mila veicoli elettrici da qui al 30 giugno 2026.
Nell'ultimo decreto del Governo Meloni sulla transizione verso le auto green, si specifica, naturalmente, a chi spettano gli incentivi che si mettono a disposizione. Essi, infatti, non riguardano tutti. E questo ha costituito un nuovo capitolo polemico tra le forze politiche.
Sta di fatto che possono beneficiare degli incentivi le persone fisiche e le microimprese residenti o con sede legale nelle Aree Urbane Funzionali.
Di cosa si tratta? Esse corrispondono più o meno alle aree metropolitane italiane. Sono delle aree definite dall'Istat con una città più grande baricentrica e una serie di più piccole che gravitano attorno ad essa con un flusso quotidiano di pendolari.
In tutt'Italia, le Aree Urbane Funzionali sono 83 per un totale di 1.892 comuni (su un totale di 7.896) e 33 milioni di italiani (su un totale di 59).
Ad oggi, quindi, solo metà della popolazione italiana potrebbe beneficiare degli incentivi per le auto elettriche sebbene l'Istat stia rivedendo le Aree Urbane Funzionali sulla base del censimento del 2021. Quindi, presto la platea dei possibili beneficiari potrebbe cambiare.
Al fine di beneficiare degli incentivi per le auto elettriche, il decreto pubblicato oggi dalla Gazzetta Ufficiale specifica anche che bisogna rottamare un'auto di cui si è proprietari da almeno sei mesi con motore termico fino ad Euro 5.
Inoltre, la somma che si può ricevere è tarata su un'auto elettrica che non può superare a listino i 42.700 euro.
A seconda dell'Isee, poi, varia la cifra che si può avere. Fino a 30.000 euro, l'incentivo massimo può essere di 11.000 euro; per un Isee compreso tra 30.000 e 40.000 euro, scende a 9.000 euro.
Per le microimprese, invece, l’incentivo è pari al 30% del prezzo del veicolo, con tetto massimo di 20.000 euro Iva esclusa.
Molte case automobilistiche hanno già annunciato campagne di sconti e benefici per l’acquisto di nuovi veicoli. Stellantis, ad esempio, punta sulla Jeep: ha annunciato di voler offrire ai clienti che possono beneficiare di 9.000 euro di incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici il riconoscimento di altri 9.000 euro di vantaggi e per i clienti che non accedono all’incentivo statale per l’acquisto di modelli BEV, ugualmente 9.000 euro di incentivi Jeep.
Intanto, al di là degli incentivi già messi nero su bianco con il decreto, a continuare a bussare alle porte della politica per chiedere ancora più aiuti c'è proprio il gruppo Stellantis:
ha detto il ceo Antonio Filosa in occasione dell'Autumn Conference di Kepler Cheuvreux.
Il manager ha evidenziato come "l'industria europea sia l'unica tra le grandi regioni a essere in declino così rapido" e come i target Ue sulle emissioni "siano insostenibili":