Il governo Meloni ha introdotto il bonus tredicesima, una misura pensata per garantire un beneficio economico a milioni di lavoratori. L’agevolazione consiste in una tantum da 100 euro, prevista dall’articolo 2-bis del Decreto-Legge 9 agosto 2024, n. 113 (Decreto Omnibus).
Fin dalla sua introduzione, l’Agenzia delle Entrate ha fornito più volte chiarimenti ufficiali, anche attraverso la rivista telematica FiscoOggi, punto di riferimento per gli approfondimenti fiscali.
La misura si inserisce nel quadro delle norme che regolano le detrazioni e i crediti d’imposta sui redditi da lavoro dipendente, con particolare attenzione alle modalità di restituzione e compensazione tramite la dichiarazione dei redditi.
Proprio per questo il tema è tornato di stretta attualità: sebbene possa sembrare “datata”, la dichiarazione dei redditi resta centrale. È infatti lo strumento attraverso cui molti lavoratori possono ancora oggi beneficiare concretamente del bonus tredicesima, a patto di rispettare la scadenza del 30 settembre 2025.
Il bonus tredicesima non è una misura automatica, ma un’agevolazione fiscale collegata al sistema delle detrazioni per lavoro dipendente. In concreto, può servire a compensare la tassazione più elevata che grava sulla mensilità aggiuntiva di dicembre.
La tredicesima, infatti, è considerata reddito da lavoro dipendente e, come tale, tassata. Tuttavia, la normativa (articolo 13 del TUIR) prevede strumenti di correzione che evitano squilibri eccessivi a carico del contribuente. È in questo contesto che il bonus ha trovato spazio, diventando un’opportunità concreta di alleggerimento fiscale.
Molti contribuenti si chiedono se il bonus verrà riconosciuto nuovamente a dicembre o se sia legato solo al periodo natalizio. La risposta è chiara: no, non si tratta di una misura periodica, ma di un intervento straordinario previsto dal Decreto Omnibus. Un’eventuale proroga o nuova erogazione richiederebbe un provvedimento specifico, che oggi non esiste.
Per chi non ha ricevuto i 100 euro direttamente in busta paga a dicembre 2024, l’unica possibilità di recuperarli passa attraverso la dichiarazione dei redditi 2025 (modello 730). Il conguaglio fiscale consente infatti di ottenere il rimborso spettante o, al contrario, di regolarizzare eventuali differenze.
Come ricordato anche da Informazione Fiscale, è proprio la dichiarazione dei redditi a determinare se il lavoratore ha diritto al rimborso legato alla tassazione della tredicesima o se debba restituire una parte di quanto percepito.
Il 30 settembre 2025 rappresenta l’ultima data utile per presentare il modello 730/2025. Entro questo termine il contribuente può esercitare il proprio diritto ai rimborsi e alle agevolazioni fiscali, tra cui il bonus tredicesima.
Ignorare la scadenza significa correre il rischio di perdere l’opportunità di recuperare la somma o altri crediti fiscali. Dopo questa data resta soltanto il modello Redditi Persone Fisiche, uno strumento più complesso e con tempi più lunghi per la liquidazione dei rimborsi.
Come sottolineato da FiscoOggi, il rispetto del termine non è solo un obbligo formale, ma una condizione essenziale per far valere correttamente le detrazioni e garantire una gestione ordinata della tassazione sulla tredicesima.
Il bonus tredicesima è destinato principalmente ai lavoratori dipendenti che rispettano determinati requisiti:
È importante sottolineare che la tantum da 100 euro non spetta a tutti indistintamente. Il diritto al beneficio dipende dalla situazione reddituale e contrattuale: solo chi rientra nei requisiti previsti dalla norma può riceverlo.
Per non perdere il bonus tredicesima, chi non ha ancora presentato la dichiarazione dei redditi deve: