Tra vecchi appunti ho trovato un articolo di tre anni fa della direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini sul tema della laicità, che prende spunto da una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti sull’aborto. “È stata fatta la volontà di Dio” disse Trump. “E ascoltando con sgomento l’ex presidente del Paese che guida il mondo, ho pensato all’abnormità di parole che scavano voragini in ciò che noi occidentali abbiamo conquistato nell’ultimo secolo” commenta la giornalista.
“Perché il fondamento dei nostri tessuti sociali e politici è la laicità. È la laicità che ha garantito la nascita delle democrazie e il loro sviluppo, e che insieme alle democrazie ha accompagnato il lento progresso delle conquiste legate alle libertà personali. La laicità ha consentito al nostro mondo la possibilità di diventare – con tutti i limiti del caso – un mondo libero” scrive Agnese Pini.
“Laicità non significa rifiuto o negazione della religione, della fede, di Dio. Significa invece ribadire che la religione, la fede, Dio debbono restare in una sfera che attiene al proprio intimo, alle proprie personali e legittime e sacrosante convinzioni. Senza mescolarsi con lo Stato. Perché lo Stato diventa il garante di tutti. Di tutte le fedi, le convinzioni, le religioni. Il fondamento della laicità prevede che si preservino i diritti – come quello all’aborto – salvaguardando sensibilità, credenze, ideologie, culture personali. Che ciascuno può esercitare e professare nel modo che ritiene più opportuno e sempre nel rispetto del prossimo. La laicità, quindi, tutela anche la religione. Anzi, le religioni. Non impone verità assolute, ma garantisce il diritto alla pluralità”.
In vista delle celebrazioni del 20 settembre 1870, una data da molti dimenticata, è una lezione di laicità che merita di essere ascoltata.