12 Sep, 2025 - 12:56

Chi è Francesca Del Vecchio, la giornalista espulsa dalla Global Sumud Flotilla

Chi è Francesca Del Vecchio, la giornalista espulsa dalla Global Sumud Flotilla

Sono salpati per difendere i diritti della Palestina, compreso quello dei giornalisti (veri o presunti) a raccontare il dramma che sta vivendo quella terra sotto assedio israeliano dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023. Ma gli attivisti italiani della Global Sumud Flotilla tanto sensibili alla democrazia evidentemente non sono. Non amano i giornalisti non allineati, ad esempio.

Lo si deduce dal fatto che Francesca Del Vecchio della Stampa è stata espulsa dalla loro missione: non può far parte dell'equipaggio perché considerata "pericolosa" e al servizio di un giornale "che ci riempie di merda".

E quindi, i democratici con la bandiera della Palestina l'hanno fatta sbarcare gentilmente (si fa per dire: l'hanno lasciata per ore sotto al sole cocente). Conquisteranno le sponde di Gaza per portare i loro aiuti umanitari senza la cronista che pure in un primo momento avevano accettato a bordo.

La storia di Francesca Del Vecchio, la cronista pericolosa fatta sbarcare dalla Flotilla

Francesca Del Vecchio ha raccontato la sua avventura questa mattina dalle colonne del suo giornale, La Stampa. L'articolo è stato postato anche sui suoi canali social con questo commento:

virgolette
Per me una sconfitta, non solo personale. È sempre stonato quando un giornalista diventa parte della storia, anziché narratore di esperienze altrui. Ma credo che la vicenda meriti di essere conosciuta per quanto ci dice sul ruolo del giornalismo e dei suoi compiti, sulla percezione della professione. Anche da parte di chi si definisce libertario

E insomma: Del Vecchio mette in chiaro che "provare a portare aiuti alla Striscia è doveroso; raccontare la verità, anche". Ma tant'é: il direttivo della Flotilla italiana, una volta resosi conto che intendeva svolgere il suo lavoro in maniera libera, le ha restituito il passaporto e salutata senza tanta nostalgia.

Il diario di bordo di Francesca Del Vecchio

Eppure, all'inizio tutto sembrava filare liscio: a Catania, luogo di partenza della spedizione italiana e del training per i partecipanti, Francesca ha potuto aprire il suo diario di bordo e raccontare anche le cose che non si direbbero della spedizione: il "manuale" che è stato consegnato a tutto l'equipaggio, il training, l'obbligo di consegnare i cellulari, le perquisizioni, persino le censure dei video perché un attivista aveva incautamente con sé un sacchetto di McDonald's. Come dire: il ridicolo è dietro l'angolo. 

Del Vecchio fatta sbarcare

Ma il diario di bordo sulla Flotilla di Francesca Del Vecchio è durato davvero poco. Il primo a farle capire che non era gradita è stato un certo Simone, un membro del direttivo. A giustificare la decisione di mandarla via, ha utilizzato queste parole:

virgolette
Per aver rivelato informazioni sensibili che avrebbero potuto minare la sicurezza della missione

Fatto sta che, stando al racconto di Francesca Del Vecchio, la situazione sembrava anche rientrata e che lei fosse riaccettata a bordo. Ma ben presto c'è stata la comunicazione finale:

virgolette
Non possiamo fidarci di te. Sei pericolosa. Il tuo giornale ci ricopre tutti i giorni di merda

Il passato professionale di Del Vecchio al Manifesto

Ora: c'è da segnalare un paradosso. Francesca Del Vecchio è una giornalista con idee non lontane da quelle (più nobili) che animano la Flotilla. Tant'è che ancora oggi sostiene la missione:

virgolette
Quando ho accettato di salire a bordo della Flotilla, speravo di poter fare quello che la mia professione comporta: osservare e riferire. Senza addomesticare. Né farsi addomesticare. Non è stato possibile. Eppure, per me, resta chiaro che quanto è successo non scalfisce la bontà della missione, l'intento umanitario

Inoltre, prima di collaborare con La Stampa, Del Vecchio, che ha studiato Scienze delle lingue e culture arabe e del Mediterraneo presso L'Orientale nonché Lingue e letterature straniere a Siena, ha scritto per Il Manifesto, un giornale che si definisce comunista ed è molto vicino a chi ha organizzato la spedizione a Gaza.

 

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