Chissà se mentre premeva il grilletto con Charlie Kirk nel mirino, Tyler Robinson la canticchiava anche. Quello che si sa di sicuro dell'omicida del giovane rappresentante Maga è che aveva trascritto su un proiettile le due parole che compongono il titolo di Bella Ciao, l'inno dei nostri partigiani, il canto iconico che rimanda immediatamente alla nostra Liberazione dal nazifascismo.
Comunque sia, proprio questo particolare rappresenta l'ultimo motivo di polemica nella politica italiana. La destra, infatti, accusa la sinistra di aver messo la firma ideologica sull'omicidio che ha posto fine alla vita di Kirk.
Questa mattina, non a caso Libero ha aperto la sua edizione con questo titolo:
Il direttore Mario Sechi l'ha messa così:
Mario Sechi ha chiamato in causa anche Gad Lerner per questo post:
Per Sechi, le parole di Lerner rappresentano la "scintilla ideologica, la coda di paglia, il flirt a corrente alternata (ma mai staccata) con gli spaccateste, l'eredità della violenza politica della sinistra che oggi continua nella ripetizione ossessiva delle parole d'ordine, negli slogan dei cortei, nella demonizzazione dell'avversario, nella pubblicazione delle foto del "nemico" a testa in giù"
Il riferimento del direttore di Libero è andato a quest'immagine messa in rete da un collettivo di sinistra italiano e ripresa anche dalla premier Giorgia Meloni
Ma tant'è: anche per questo l'omicidio di Kirk coinvolge in pieno la politica italiana.
Nell'era dei social, il clima di odio e violenza nel mondo della politica ormai non meraviglia più nessuno. Sta di fatto che la firma Bella Ciao sul proiettile di Robinson chiama in un certo qual modo particolarmente in causa quella italiana. Un paradosso, secondo il sociologo (legato alla sinistra) Marco Revelli. Sulla Stampa, l'ha messa così:
Revelli spiega il motivo:
In ogni caso, ciò che tiene a sottolineare Revelli è che "il messaggio di Bella Ciao non è affidato a un'arma, ma a un fiore" ("Questo è il fiore del partigiano, morto per la libertà")
L'appello finale, quindi, è questo: