13 Sep, 2025 - 16:15

Elezioni regionali, perché Fratelli d'Italia prenota il candidato in Lombardia (che non va a votare)?

Elezioni regionali, perché Fratelli d'Italia prenota il candidato in Lombardia (che non va a votare)?

Ma perché nelle ultime ore si parla tanto di Lombardia anche se questa regione non è nel novero di quelle che vanno a votare a cominciare dai prossimi 28 e 29 settembre?

Alle urne andranno Val d'Aosta, Marche, Calabria, Toscana, Veneto, Puglia e Campania.

Ma il centrodestra ha lo sguardo lungo e Fratelli d'Italia vuole mettere nero su bianco adesso che se concede di nuovo il Veneto a un candidato leghista per il post Zaia, la Lombardia, che sarà chiamata al voto nel 2028, vorrà giocarsela con un suo uomo. Nello specifico, con l'europarlamentare Carlo Fidanza.

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Ma perché Fratelli d'Italia avverte l'esigenza di mettere nero su bianco un accordo oggi per un'elezione che si terrà solamente tra tre anni? Evidentemente, perché il partito di Giorgia Meloni ha fatto suo quel vecchio adagio popolare secondo il quale bisogna battere il ferro finché è caldo.

E il ferro cui si fa riferimento è quello dei numeri elettorali. Mai come adesso, infatti, Fratelli d'Italia si sente forte anche nel Nord, nelle tradizionali roccaforti leghiste dove se Giorgia Meloni cresce a perdere terreno è proprio Matteo Salvini.

Per questo, quindi, il partito della premier pensa che debba approfittare di questo momento per capitalizzare e, in prospettiva, consolidare la propria leadership nel centrodestra.

Operazione, evidentemente, che si crede impossibile da portare in porto se non si è alla guida di almeno una delle grandi regioni del Nord: nella cabina di comando della locomotiva d'Italia non può esserci il Capitano Salvini. Ma la commander in chief di Palazzo Chigi (tramite un suo uomo di fiducia).

La trattativa in stallo

Ecco spiegata, allora, la trattativa in stallo nel centrodestra per indicare i candidati nelle regioni al voto nelle prossime settimane, dopo Val d'Aosta, Marche e Calabria.

Se Fulvio Martusciello, numero uno di Forza Italia in Campania, ha fatto sapere che San Gennaro quest'anno potrebbe sciogliere il nodo dando appuntamento al 19 settembre per il nome del civico (?) che dovrebbe guidare la coalizione contro il Campo largo di Roberto Fico, Marianna Meloni, intervistata ieri dal Corriere, ha ripetuto che le scelte dei nomi stanno andando avanti con molta lentezza perché si vuole puntare sulle migliori opzioni. 

Ma tant'è: ad oggi, nel Veneto dovrebbe correre il leghista Alberto Stefani; in Campania sembrerebbe favorito il rettore della Federico II Matteo Lorito e in Puglia, a sfidare Antonio Decaro, è spuntato il nome dell'ex direttore di Telenorba Vincenzo Magistà. 

Il pericolo della Lega in caduta libera

Su questo gioco ad incastri, in ogni caso, impattano anche i sondaggi che, se rimangono ottimi per Fratelli d'Italia, sono pessimi per la Lega.

Secondo alcuni rappresentanti del Carroccio, a conti fatti, dei 20 loro consiglieri regionali eletti l'ultima volta tra Marche, Calabria e Toscana, rischiano di salvarsi solo in 8.

In effetti: nelle Marche, la Lega è data tra il 4,9% e il 7,9%; in Toscana, tra il 4,2% e il 7,2%. Nel 2024, in occasione delle Europee, in queste due regioni, Salvini (già vannaccizzato) conquistò rispettivamente l'8,19% e il 6,21%.

Giusto per portare un altro esempio, in Calabria, poi, dove il centrodestra parte con i favori del pronostico, la Lega sarebbe felice anche di raggiungere un 8%, un punto in meno rispetto alle europee dello scorso anno.

Insomma, se in Fratelli d'Italia si procede pancia a terra per conquistare i migliori candidati e più consenso possibile, nella Lega si vive con il terrore di un ridimensionamento cui nemmeno Roberto Vannacci è capace di porre un freno.

Anzi: a dirla tutta, il Generale, nominato da Salvini responsabile della campagna elettorale in Toscana, viene visto da molti leghisti storici più come un fastidio che come un'opportunità.

Le polemiche contro di lui del presidente della Camera Lorenzo Fontana e del Governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga non sarebbero state altro che un antipasto del Vietnam che lo attende. 

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