Nelle ultime ore, sta facendo molto discutere l'appello di Paolo Cirino Pomicino, l'ex ministro della Democrazia Cristiana, uno dei protagonisti più emblematici della Prima Repubblica oggi 86enne.
Pomicino, infatti, (che è stato anche un medico neurologo prima di dedicarsi completamente alla politica) ha dichiarato all'agenzia Adnkronos di aver bisogno di un antibiotico che non riesce ad avere. Questo per un classico groviglio all'italiana.
Proprio così: 'o ministro, come è conosciuto dagli anni Ottanta per essere stato prima a capo del ministero della Funzione pubblica e poi al Bilancio, è nei guai per una mera questione burocratica.
Paolo Cirino Pomicino è nato a Napoli il 3 settembre 1939. Da poco, quindi, ha festeggiato il suo 86esimo compleanno. E l'ha fatto nella sua casa romana sebbene da tempo si trascini una polmonite che andrebbe curata con un antibiotico di ultima generazione.
Questo farmaco, però, le farmacie non possono distribuirlo: è vietato dalla legge. Sembra un paradosso, ma è proprio così: anche con ricetta medica, l'antibiotico di cui ha bisogno Pomicino è un cosiddetto "ospedaliero". E per 'o ministro è impossibile averlo a disposizione in quanto non è ricoverato.
Paolo Cirino Pomicino, scrive l'Adnkronos, l'agenzia di stampa che l'ha sentito, ha il fiatone, ma la voce ancora potente per denunciare quanto gli sta capitando:
Pomicino, naturalmente, ha fatto quest'appello consapevole che la sua voce può "pesare" di più rispetto a quella di tanti altri malati. Come dire: un ministro (soprattutto della sua levatura) è per sempre.
Quante volte si è detto che l'Italia muore di burocrazia? Ebbene: ora, a rischiare di rimetterci la vita per il groviglio delle sue leggi è una persona che per anni ha occupato i posti apicali per farle.
A molti, quindi, la storia di Pomicino può sembrare uno scherzo del destino. Ma tant'è: ora bisogna salvare il soldato Pomicino. Anzi, 'o ministro. Sperando che la sua vicenda serva da lezione. È arrivato davvero il momento di fare qualcosa di concreto per sburocratizzare il nostro Paese.
In passato, il ministro Calderoli si presentò addirittura con un lanciafiamme per simboleggiare la cancellazione di centinaia di norme inutili. Ma forse ha ragione Vincenzo De Luca quando, recentemente, ha detto che probabilmente l'esponente leghista in quell'occasione si stava solo preoccupando di accendere una brace.
E comunque: ricordando un vecchio adagio del riferimento politico di Paolo Cirino Pomicino, Giulio Andreotti, "meglio tirare a campare che tirare le cuoia".
L'antibiotico per tenere a bada la polmonite all'ex ministro serve subito. E chissà che non sia il suo successore alla sanità, Orazio Schillaci, a prendere il suo caso a cuore, cancellare una norma che magari potrebbe rendere più facile la vita anche a tanti altri malati e metterglielo finalmente a disposizione prima che si ricoveri di nuovo.