Quattro colpi di pistola lo hanno raggiunto alla schiena, non lasciandogli scampo. Stefano Gaglio è stato ucciso ieri, 15 settembre 2025 a Palermo, mentre si recava al lavoro.
Dopo un lungo interrogatorio, la Squadra Mobile di Palermo ha fermato in serata il presunto killer: si tratta di Giuseppe Cangemi, cognato della vittima.
Sono in corso accertamenti sul possibile movente dell'efferato omicidio.
Giuseppe Cangemi, 62 anni, è residente nel rione Kalsa di Palermo ed è il cognato di Gaglio, compagno di una delle sorelle della moglie. Il 39enne era infatti sposato e padre di due figli.
Il provvedimento di fermo è stato disposto dal pm Maurizio Bonaccorso, che coordina le indagini svolte dalla Squadra Mobile, guidata da Antonino Sfamemi. Gli investigatori sono risaliti al 62enne analizzando le immagini dell’impianto di videosorveglianza che hanno ripreso l’omicidio.
Un uomo brizzolato, di corporatura robusta, era stato immortalato mentre si avvicinava a Gaglio ed esplodeva alcuni colpi di pistola, prima di allontanarsi a bordo di uno scooter. I due si sarebbero guardati negli occhi per un istante, prima che il presunto assassino premesse il grilletto.
A incastrarlo sono anche le dichiarazioni raccolte da testimoni e conoscenti della vittima. È stato condotto in carcere nell’attesa della convalida del giudice per le indagini preliminari.
Il movente del delitto potrebbe essere legato a pregresse questioni familiari, probabilmente per ragioni economiche. Come riportato dalle testate locali, nei giorni scorsi Gaglio e Cangemi avrebbero avuto un'accesa discussione al telefono.
Indiscrezioni – ancora da verificare – parlano di una lite in merito a un villino a Carini, che il suocero di Gaglio avrebbe donato alla figlia. Sono comunque in corso approfondimenti e accertamenti investigativi.
Stefano Gaglio è stato freddato a colpi di pistola intorno alle 9 del mattino di lunedì 15 settembre, mentre si recava al lavoro e dopo aver accompagnato i figli a scuola. Da 17 anni era magazziniere della farmacia "Sacro Cuore" tra via Oberdan e piazza Principe di Camporeale a Palermo.
Nonostante i soccorsi, per lui non c'è stato niente da fare. Il 39enne è stato descritto come un uomo generoso, un gran lavoratore dedito alla famiglia, senza ombre. L'omicidio era apparso inspiegabile per i tanti negozianti della zona che lo conoscevano da tempo.
"Veramente si può arrivare a tanto? Veramente le persone non ragionano più? Ti ricordo solare e buono. Mi dispiace per la tua famiglia e soprattutto per i tuoi figli. Ciao Stefano, è stato un piacere averti conosciuto" scrive Matteo su Facebook.