Il professor Rino Casella è docente associato di Diritto pubblico comparato presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa; il 16 settembre 2025 la sua lezione è stata interrotta da un gruppo di studenti pro-Palestina, che lo hanno contestato definendolo “sionista” sui social e durante l’irruzione in aula, sfociata anche in tensioni fisiche e successiva denuncia.
Rino Casella, nato a Pisa nel 1963, si laurea nel 1988 in Scienze politiche ottenendo la lode con una tesi in diritto costituzionale comparato. Dopo un periodo di perfezionamento alla Scuola Superiore Sant’Anna e altre collaborazioni con il CNR e il Ministero per la Funzione Pubblica, inizia la carriera universitaria come ricercatore e, dal 2017, ricopre la carica di professore associato di Diritto pubblico comparato all’Università di Pisa. I suoi insegnamenti spaziano dal diritto pubblico anglo-americano alle democrazie costituzionali dell’Europa orientale. Le sue ricerche sono focalizzate sui sistemi politici e costituzionali di Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Canada.
Nella mattinata del 16 settembre 2025, durante una lezione del Dipartimento di Scienze Politiche presso il Polo Piagge, un gruppo di circa quindici attivisti del collettivo “Studenti per la Palestina” ha fatto irruzione interrompendo la lezione di Casella. Gli studenti, armati di bandiere e megafoni, hanno contestato il docente accusandolo pubblicamente di essere “sionista”, un termine utilizzato in modo polemico per indicare chi sostiene la politica israeliana. Casella ha tentato di opporsi e proseguire la sua lezione, ma durante il parapiglia ha subito alcune contusioni, finendo al pronto soccorso per accertamenti e poi recandosi in questura a sporgere denuncia per l’accaduto.
Gli attivisti pro-Palestina hanno rivendicato l’azione sui social, dichiarando di voler portare “la voce solidale con la Palestina” proprio all’interno dell’aula universitaria, anche alla luce delle recenti notizie provenienti da Gaza. Nella loro comunicazione, hanno spiegato di aver interrotto la routine accademica perché sentono l’urgenza di schierarsi contro ciò che accade nel conflitto israelo-palestinese: “Abbiamo deciso di occupare la lezione, annullandola, e prendere tutto lo spazio di cui la Palestina ha bisogno in questo momento”.
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha condannato pubblicamente l’accaduto, definendo il blitz “intollerabile” e contrario ai valori della democrazia e della libertà accademica. Ha espresso vicinanza al professor Casella, sottolineando che le università devono restare luoghi aperti e rispettosi della pluralità di opinioni e del diritto allo studio. Anche il rettore e vari rappresentanti della comunità universitaria pisana hanno richiamato all’importanza del rispetto reciproco e al rifiuto di ogni forma di violenza o intimidazione.
L’episodio ha rapidamente acceso un confronto sui temi della libertà di insegnamento, del diritto di protesta e del rispetto delle regole universitarie. Da un lato, gli studenti pro-Palestina rivendicano la necessità di mobilitarsi contro la guerra e la repressione; dall’altro, docenti e istituzioni universitarie sottolineano l’importanza di tutelare l’autonomia delle lezioni e la sicurezza di chi lavora e studia. Il caso Casella si inserisce quindi in una più ampia discussione sul ruolo dell’università come spazio di libero confronto, ma anche di garanzia delle attività didattiche.