Albina Perri, direttore di Giallo, ospite a "La storia oscura" su Radio Cusano Campus smentisce la notizia diffusa oggi secondo cui una perizia dei Ris avrebbe stabilito con certezza che Chiara Poggi sia stata uccisa da una sola persona.
Il caso Garlasco continua a far discutere a distanza di 17 anni. La morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli, è al centro di un nuovo scontro mediatico e giudiziario. Nelle ultime ore, diversi organi di stampa hanno rilanciato una presunta certezza proveniente dai Ris, secondo cui la ragazza sarebbe stata uccisa da una sola persona.
Una versione subito smentita da Albina Perri, direttrice del settimanale Giallo, ospite della trasmissione La storia oscura su Radio Cusano Campus. «Non risulta affatto che i Ris abbiano depositato una perizia in cui viene stabilito con certezza che Chiara è stata uccisa da una sola persona» – ha dichiarato la giornalista – precisando che la questione è molto più complessa e che nuove riletture degli atti e delle fotografie del cadavere aprono scenari differenti.
Nel numero del settimanale Giallo in edicola dal 18 settembre, la redazione ha chiesto al medico legale Pasquale Bacco di riesaminare alcune fotografie ad alta risoluzione del corpo di Chiara Poggi e gli atti relativi alla prima autopsia. Le conclusioni ottenute sembrano ribaltare ancora una volta le certezze processuali.
Secondo Bacco, le ferite sul corpo non sarebbero compatibili con l’aggressione di un unico assalitore. «Dallo studio delle immagini è evidente che i colpi furono inferti da mani diverse. La ferita al cranio mostra l’uso di una forza enorme e determinata, mentre il trascinamento per le caviglie rivela una presa di dita sottili e corte. Due azioni differenti riconducibili a persone diverse» – ha spiegato l’esperto.
Il medico legale ha poi commentato la prima perizia svolta dal dottor Marco Ballardini, definendola «tecnicamente ottima ma poco coraggiosa». In altre parole, secondo Bacco si trattò di una relazione descrittiva, priva di un’interpretazione più approfondita delle lesioni. Una scelta che, col senno di poi, avrebbe impedito di cogliere elementi fondamentali.
Particolarmente controverso anche l’aspetto della gestione del corpo al momento dell’arrivo dei soccorritori e del successivo esame medico-legale. Le mani di Chiara furono inserite in sacchetti trasparenti per preservare eventuali tracce, ma non vennero rilevate le impronte digitali per il riconoscimento della salma, fatto che rese necessaria in seguito la riesumazione. «È una dimenticanza grave e inspiegabile» – sottolinea Bacco.
Nel dettaglio, il medico legale incaricato dal settimanale Giallo evidenzia la presenza di colpi differenti:
Nelle immagini sarebbero inoltre visibili tracce di metallo nella ferita cranica, compatibili con un oggetto come un martello ma non necessariamente con l’arma che produsse le altre lesioni.
La professoressa Cristina Cattaneo, nominata per una nuova consulenza medico-legale, sta lavorando sulle fotografie e sulle ricostruzioni 3D. Tra le ipotesi sul tavolo c’è anche una nuova riesumazione del corpo di Chiara, richiesta da più parti per rispondere ai quesiti rimasti irrisolti: la reale dinamica delle ferite, la natura dell’arma usata, l’orario esatto della morte.
Secondo Bacco, la riesumazione non è da escludere: «Sarebbe necessaria per dare una risposta chiara ai tanti dubbi che ancora oggi avvolgono il caso».
Nel frattempo, Alberto Stasi – all’epoca fidanzato di Chiara e a lungo al centro delle indagini – resta in carcere, dove sta scontando una condanna definitiva a 16 anni per l’omicidio. Una condanna maturata dopo anni di processi, appelli e perizie contraddittorie.
Tuttavia, le nuove analisi rilanciate dal settimanale Giallo e le parole di Pasquale Bacco alimentano interrogativi che non si sono mai sopiti. Possibile che Chiara Poggi sia stata vittima non di un solo assassino, ma di più persone? È una pista che, secondo i nuovi elementi, non può essere definitivamente esclusa.