18 Sep, 2025 - 10:49

Garlasco, Pasquale Bacco sfida la narrazione dominante: “Perché Stasi innocente fa così paura?”

Garlasco, Pasquale Bacco sfida la narrazione dominante: “Perché Stasi innocente fa così paura?”

Nel mondo della cronaca nera italiana, il caso Garlasco continua a suscitare dibattiti e polemiche, specie dopo le recenti dichiarazioni del medico legale Pasquale Bacco.

Sul suo profilo Instagram, Bacco ha acceso i riflettori su alcune notizie che, a suo dire, rischiano di alterare la percezione pubblica della verità, in particolare quella secondo cui i RIS avrebbero individuato un unico assassino per il delitto di Chiara Poggi.

Il medico legale, noto per il suo approccio rigoroso alle prove scientifiche, ha smentito categoricamente questa versione, sottolineando la necessità di analisi approfondite e di maggiore trasparenza nell’informazione.

Bacco: "Perché Stasi innocente fa così paura?"

“Da una Procura della Repubblica che dovrebbe essere sempre luogo di verità e giustizia”, afferna Bacco nel suo intervento, sottolineando come la funzione della magistratura sia messa a rischio da una narrazione troppo schiacciata sulla colpevolezza di Alberto Stasi. Il medico legale pone una domanda provocatoria: “Ma com'è possibile che Alberto Stasi non colpevole faccia così tanta paura a certe persone?”.

Per Bacco, esprimere dubbi sulla colpevolezza di Stasi non solo è legittimo, ma necessario in presenza di dati e prove che permettono di mettere in discussione le conclusioni ufficiali. Tuttavia, questo atteggiamento sembra generare timori tanto forti da portare, a suo dire, ad attacchi e diffamazioni nei confronti di chi propone una visione alternativa.

Professionisti sotto pressione e la gestione mediatica

Bacco denuncia le difficoltà dei professionisti che, basandosi su prove evidenti, sollevano dubbi sull’impianto accusatorio. Racconta di essere stato “calunniato, diffamato, attaccato da strani personaggi anche televisivi pieni di conflitti di interesse”, vittima di una campagna delegittimante che coinvolge anche altri esperti coinvolti nelle indagini.

Ciò che appare più grave, secondo Bacco, è il ruolo svolto dai media, in particolare dalla TV di Stato: “Come è possibile che ci siano programmi, alcuni anche della TV di Stato e quindi pagati anche da me e da tutti i cittadini, che siano così spudoratamente schierati a favore della colpevolezza?”. Il medico sottolinea come, in queste trasmissioni, venga negato ogni tipo di spazio a chi sostiene opinioni divergenti, ponendo un serio problema di pluralismo e libertà d’informazione.

La bufala sui RIS: una ricostruzione fuorviante

Il punto centrale dell’intervento di Bacco riguarda la notizia, secondo cui i RIS avrebbero certificato la presenza di una sola persona sulla scena del crimine. “La bufala secondo cui i RIS avrebbero detto che sul luogo del delitto c’era una sola persona è stata battuta da molti giornali senza nessun tipo di controllo”, afferma il medico legale, imputando ai media la responsabilità di aver diffuso una versione errata dei fatti.

Secondo Bacco, fortunatamente alcune testate più rigorose – come il Corriere della Sera – sono intervenute per correggere il tiro, riportando che la ricostruzione dei RIS non esclude affatto la presenza di più soggetti sulla scena del delitto.

In particolare, sottolinea Bacco, “i RIS parlano anche di una prova incredibile non presa in considerazione, la cosiddetta mano insanguinata”, ovvero un elemento investigativo che potrebbe aprire nuovi scenari in merito all’identità e al numero degli autori materiali dell’omicidio di Chiara Poggi. Il medico invita quindi a non fermarsi a interpretazioni superficiali e a pretendere maggiore attenzione alle prove scientifiche, che necessitano sempre di analisi dettagliate e approfondite.

Un caso simbolico della giustizia mediatica

“Garlasco è molto di più del feroce omicidio di Chiara Poggi”, conclude Bacco, trasformando il caso in un simbolo della lotta per la verità e contro le distorsioni mediatiche nell’ambito giudiziario. Il dibattito sul colpevole – e sulla presunta “paura” di una sua innocenza – si intreccia con il valore della prova scientifica, il diritto al dubbio e la necessità di garantire una giustizia trasparente, indipendente dalle pressioni dell’opinione pubblica... E non solo di quella.

 

LEGGI ANCHE