19 Sep, 2025 - 18:05

Terza guerra mondiale, sul Campidoglio la bandiera che non piace alla comunità ebraica di Roma

Terza guerra mondiale, sul Campidoglio la bandiera che non piace alla comunità ebraica di Roma

Se c'è una cosa che mette tutti d'accordo a proposito della guerra di Gaza è che Israele la sta perdendo dal punto di vista della propaganda oltre che per motivi etici con il perpetuarsi della sua azione militare nella Striscia.

Così, la maggioranza di centrosinistra del sindaco Roberto Gualtieri ha avuto gioco facile a piantare la bandiera della Palestina, solo la bandiera della Palestina, senza affiancarla a quella israeliana, sul tetto di Palazzo Senatorio, sul Campidoglio.

Ora: la sede del Comune dovrebbe rappresentare tutti i romani, quindi anche la comunità ebraica. Ma, evidentemente, per la sinistra, sono lontani i giorni in cui si batteva per due Stati e due popoli. Ora ce n'è solo uno con cui schierarsi, ed è quello palestinese. E se dietro quest'ultimo si nasconde Hamas, l'organizzazione terroristica che tiene in ostaggio quello stesso popolo e che ha fatto iniziare la guerra con il pogrom del 7 ottobre 2023, pazienza. 

Sventolare la bandiera palestinese senza se e senza ma è l'unica cosa buona e giusta che evidentemente la maggioranza del sindaco Roberto Gualtieri ritiene di fare. Un po' come i gruppettari che imperversano nelle università italiane.

Proprio per questo, però, la comunità ebraica romana si è già fatta sentire: in questo pezzettino di terza guerra mondiale non vuole passare per la parte del torto.

Sul Campidoglio sventola la bandiera palestinese, la terza guerra mondiale Israele la perde anche così

Alla vista della bandiera palestinese sul Campidoglio, Victor Fadlun, il presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha scritto questo post:

virgolette
Vedere la bandiera palestinese sventolare sul Campidoglio è un colpo al cuore per gli ebrei di Roma. Una scelta di campo divisiva che non ci rappresenta né come cittadini, né come ebrei che hanno radici millenarie in questa città. È una decisione che contrasta con la memoria dell’attentato alla Sinagoga, in cui terroristi palestinesi uccisero un bimbo di 2 anni, Stefano Gaj Taché, un “nostro bambino” come lo definì il presidente Mattarella, e ferirono decine di ebrei

Poi, Fadlun è entrato ancora più nel merito della questione:

virgolette
Ci stupisce e rattrista che la propaganda Pro-Pal abbia fatto breccia nel consiglio comunale della nostra città. La bandiera palestinese sul Campidoglio è la stessa che viene sventolata nelle piazze Pro-Pal, accompagnata dalle parole d’odio di chi vuole cancellare Israele e perpetuare l’orrore del 7 ottobre. Un simbolo che aggrava pericolosamente il clima di antisemitismo dilagante e alimenta l’incertezza in cui è costretta a vivere oggi la Comunità Ebraica di Roma

Insomma, se il Campidoglio deve essere il palazzo che rappresenta tutti, la bandiera palestinese, senza quella israeliana, non gli rende onore.

La guerra della propaganda

Il mainstream vuole che a sventolare sia solo la bandiera palestinese. E questo, secondo la maggior parte degli osservatori, grazie, oltre agli orrori del governo Netanyahu, alla propaganda di Hamas che ha fatto breccia in occidente. 

Del resto, la stessa operazione della Global Sumud Flotilla cos'è se una trovata mediatica?

Proprio oggi, uno dei parlamentari italiani imbarcatosi nella missione, Arturo Scotto del Pd, ha postato questo messaggio

Con la bandiera piantata sul tetto del Campidoglio, quindi, nulla di particolarmente nuovo sotto al sole. Del resto, si discute ancora sull'opportunità che la Nazionale italiana di calcio giochi con quella israeliana. E tutte le guerre portano con sè penose pagine propagandistiche.

Chi vuole davvero la fine della tragedia di Gaza dovrebbe battersi contro i contrapposti fondamentalismi: quello di Hamas e quello del governo Netanyahu, contro quello che vuole che esista solo la Palestina e contro quello che vuole che esista solo Israele.

Per questo, occorrerebbe aiutare coloro i quali su entrambi i fronti si battono per un riconoscimento reciproco, l’unico percorso che può condurre anche al riconoscimento dello stato palestinese. Senza, evidentemente, piantare strumentalmente solo una sua bandiera sul Campidoglio. 

 

 
 

 

 

 

 

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