21 Sep, 2025 - 15:05

Salvini e Vannacci show a Pontida: ma quanti italiani condannano il linguaggio d'odio? Il sondaggio

Salvini e Vannacci show a Pontida: ma quanti italiani condannano il linguaggio d'odio? Il sondaggio

Show doveva essere e show è stato. Pontida, Italia 2025. Ci sono un Capitano e un Generale ad arringare la folla dei leghisti. Il primo risponde al nome di Matteo Salvini che continua il suo amore a distanza con Vladimir Putin:

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Non ci sarà mai un esercito europeo, non manderemo mai i nostri figli a combattere

Il secondo risponde al nome di Roberto Vannacci:

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Lo straniero ci ha invaso: ruba, stupra e rapina

Ma gli italiani, mentre sul pratone che fu di Bossi va in onda questo film e mentre in America si celebrano le esequie di Charlie Kirk, cosa ne pensano del linguaggio d'odio in politica?

Proprio stamattina, l'ha svelato Alessandra Ghisleri sulla Stampa commentando i dati di una rilevazione di Only Numbers.

Salvini e Vannacci incontenibili a Pontida: cosa pensano gli italiani? Il sondaggio

Matteo Salvini ieri è stato bloccato da una brutta colica renale. Ma non poteva mancare all'appuntamento di Pontida. Non poteva lasciare il palcoscenico dello storico pratone a Roberto Vannacci, che già fa di tutto per rubargli la scena.

Tra i due, quindi, si è scatenato subito un derby su chi fosse più capace di aizzare la folla del Carroccio.

Ma, più in generale, gli italiani cosa ne pensano della politica che si polarizza sempre più all'insegna di un linguaggio violento? 

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C'è un'Italia silenziosa, fatta di cittadini che osservano con crescente disagio il modo in cui si parla - e si urla - di politica

ha fatto presente proprio questa mattina tramite le pagine de La Stampa Alessandra Ghisleri.

L'analista ha presentato i risultati di un sondaggio Only Numbers che rivela come ben il 45,7% degli italiani percepisca il clima politico nazionale conflittuale; per il 27,1% invece è teso; per il 10,4% addirittura violento.

L'odio politico che avanza

Secondo Alessandra Ghisleri, quindi, è più che giustificato parlare anche in casa nostra di vero e proprio "odio politico". 

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Non stupisce che quasi il 65% degli italiani ritenga che il linguaggio della politica sia diventato più aggressivo rispetto al passato. Una percezione che sale fino al 75,5% tra gli over 65 che quel passato lo ricordano bene. Al contrario, i più giovani (18-24 anni), cresciuti in questo clima, non notano grandi differenze: per loro, questo è stato sempre il tono normale della politica (62,7%)

Sta di fatto che la Ghisleri suggerisce di ripartire proprio dalle giovani generazioni.

Ma, nel frattempo, tornando a Pontida, i giovani leghisti hanno intonato cori da stadio per insultare Carlo Calenda, ad esempio, come testimoniato dal Foglio:

Mentre Salvini li ha salutati così

Il ruolo dei social

Il linguaggio d'odio della politica italiana trova terreno fertile sui social. Lo dicono quasi tutti:

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Tre italiani su quattro sono convinti che piattaforme come Facebook, X, Instagram e TikTok peggiorino il dibattito politico esasperandolo, amplificandolo con i toni più aspri e dando spazio a chi grida più forte, non a chi argomenta meglio

ha sottolineato ancora Ghisleri.

Dove ci sta portando il "ring digitale"

La Pontida di Salvini e Vannacci non cade dal cielo improvvisamente, quindi. Sono anni, forse dall'inizio della Seconda Repubblica, quando si è imposto un sistema maggioritario, che la politica italiana va avanti così.

Ma dove ci sta portando il linguaggio d'odio?

Sempre secondo Alessandra Ghisleri è venuto il momento di chiedercelo veramente:

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Ha davvero senso trasformare ogni dibattito politico in uno scontro personale? O c'è, nel profondo del Paese, un desiderio inascoltato di capire meglio le sfide, le fatiche e gli sforzi della politica nel governare una realtà sempre più complessa?

Per Ghisleri siamo finiti in un cul de sac:

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In un contesto in cui tutto si trasforma in rumore e la confusione offusca il giudizio, l'elettore finisce per affidarsi più al sentimento di appartenenza che a una scelta realmente consapevole

Per l'analista, anche per questo i due blocchi politici - centrodestra e centrosinistra - restano immobili, "senza reali travasi di consenso se non tra i partiti all'interno delle reciproche alleanze".

Come dire: sarebbe arrivato il momento di sparigliare. 

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