Oggi è una giornata che promette di finire nei libri di storia: è quella dello sciopero generale indetto per la pace nel mondo. O meglio, per la pace a Gaza. Un motivo del tutto politico, che nulla ha a che vedere, evidentemente, con le vertenze e le lotte dei lavoratori che oggi, anzi, subiranno solo danni dalla scelta di incrociare le braccia di ben dieci sigle sindacali di base.
Nello specifico, USB (Unione Sindacale di Base), ADL (Associazione Diritti Lavoratori), SGB (Sindacato Generale di Base), CUB (Confederazione Unitaria di Base), Orsa Tpl, Fi-Si, SLG, Conf.S.a.i., Cisle e Conalpe. Si salvi chi può.
Sciopero generale, le sigle che l'hanno indetto
E quindi, sono loro, i sindacati di base, ad aver indetto questo sciopero che promette di rendere questo lunedì una giornata infernale per chi deve andare al lavoro con i mezzi pubblici o solo semplicemente per chi dovrebbe usufruire di un servizio pubblico, da una visita medica a un semplice certificato presso qualche sportello della pubblica amministrazione.
Cgil, Cisl e Uil non hanno aderito alla mobilitazione che si articolerà anche con diverse manifestazioni e cortei nelle principali città italiane.
Ma tant'è: quasi per avvelenare ancora di più il clima, nella stessa giornata di oggi, molti gruppi Pro-Pal hanno promesso anche l'occupazione di varie sedi universitarie, dopo che già nei giorni scorsi sono state teatro di iniziative quantomeno discutibili.
Ma tant'è: la politica, in Italia, si fa anche così. Con piccole organizzazioni sindacali che anziché dei diritti dei lavoratori e delle problematiche inerenti il mondo del lavoro più in generale, si occupano di politica estera. Tutto fa brodo pur di andare contro il governo di destra, considerato non un avversario da battere con idee e argomentazioni migliori ma semplicemente un nemico da abbattere.
Le motivazioni ufficiali dello sciopero generale (c'entra anche la Flotilla)
Ma le motivazioni ufficiali dello sciopero generale quali sono?
La principale è esprimere solidarietà al popolo palestinese e chiedere una cessazione delle ostilità a Gaza. Cosa per la quale si sta battendo il Governo Meloni.
Sindacati e movimenti sociali reclamano che la posizione dell’Italia e delle istituzioni europee nei confronti del conflitto sia più incisiva, spingendo per un immediato cessate il fuoco
si legge nel comunicato ufficiale dell'Usb. Il quale, in ogni caso, fa riferimento anche alla missione della Global Sumud Flotilla:
Viste le gravi minacce di attacco da parte del governo israeliano nei confronti delle navi della missione umanitaria mondiale “Global Sumud Flotilla”, che vede a bordo la presenza di cittadini, lavoratori e sindacalisti italiani, per impedire, anche con le armi, l’arrivo di derrate alimentari e generi di prima necessità ai cittadini palestinesi della Striscia di Gaza prefigurando così una vera e propria azione di guerra anche nei confronti di cittadini Italiani e visto il rischio concreto di attacco da parte delle forze armate israeliane alle navi della Flotilla, rischio avvalorato da ben due attacchi con droni a navi ormeggiate al largo della Tunisia nei giorni scorsi (...) proclamiamo lo sciopero generale per l’intera giornata del 22 settembre 2025 di tutte le categorie pubbliche e private
In effetti, saranno garantiti solo i servizi essenziali fino alle 23 di stasera. E lo slogan scelto ricalca quello utilizzato in Francia recentemente:
Il manifesto programmatico di chi sciopera: di tutto un po'
Fatto sta che le altre sigle, quasi come quegli studenti che allungano il brodo non avendo altre argomentazioni, hanno aggiunto altri motivi per giustificare lo sciopero generale di oggi.
Alla fine, ci si ritrova un po' di tutto nel loro manifesto programmatico: dalle richieste sindacali su lavoro, salari e condizioni contrattuali (poteva mancare il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e il miglioramento delle retribuzioni, "in particolare con riferimento all’erosione del potere d’acquisto causata da inflazione e rincari"?) agli investimenti in servizi pubblici essenziali, fino a una maggiore equità fiscale. Lo slogan, in questo caso, in attesa della prossima legge di Bilancio, è questo:
Si vada a prendere i soldi dove ci sono”