Due tragedie in pochi giorni. Due famiglie distrutte. Due vite spezzate dalla mancanza di controllo, di sicurezza, di responsabilità istituzionale.
E non sono casi isolati.
La scuola che uccide: porte aperte, finestre insicure, sostegno assente. Non è più possibile parlare di “incidenti imprevedibili”. Le scuole italiane non sono pronte ad accogliere i bambini con disabilità. Troppe volte leggiamo di:
- Insegnanti di sostegno assenti o non formati
- Porte d’uscita senza blocchi di sicurezza
- Finestre prive di protezioni
- Educatori in numero insufficiente
- Protocolli di emergenza mai attuati
Bambini e ragazzi autistici non possono essere lasciati soli. Questa è una regola basilare. Lo sanno gli esperti, lo sanno le famiglie, lo sa chi lavora a scuola.
Ma continua a succedere. Ogni tragedia è figlia di un sistema che non ascolta, che minimizza, che taglia risorse e non forma adeguatamente il personale. E ogni genitore, ogni mattina, deve affidare il proprio figlio con il cuore stretto. I nostri figli non sono pacchi da sorvegliare.
Sono vite preziose, cittadini con diritti, studenti che devono poter vivere la scuola come luogo di crescita, non di pericolo. L’inclusione non deve uccidere. Deve proteggere i nostri figli. L’ inclusione è Vita, Non Rischio. In ogni scuola devono esserci sicurezza, formazione e responsabilità. I nostri studenti con disabilità non sono meno importanti. Non lasciamoli soli. Mai più. Ogni bambino con autismo ha bisogno di presenza e tutela. I recenti fatti di Genova e Verona non sono eccezioni, ma campanelli d’allarme.
È ora di agire:
- Finestre e porte messe in sicurezza
- Presenza costante degli insegnanti di sostegno
- Formazione obbligatoria del personale
- Controlli e protocolli chiari
Chiediamo tutti una scuola sicura e inclusiva. Il diritto allo studio è un diritto alla vita, alla dignità, alla protezione. Ogni tragedia è una denuncia. Ogni silenzio è complicità. E ogni responsabilità, politica o educativa, va assunta pubblicamente. Non bastano più le parole. Servono azioni. Subito.
A cura di Gaetanina Narciso