22 Sep, 2025 - 12:03

Dieci anni dall’Agenda 2030: perché l’Italia è ancora lontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

In collaborazione con
Gaetanina Narciso
Dieci anni dall’Agenda 2030: perché l’Italia è ancora lontana dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Dal 25 settembre 2015 ad oggi: nonostante impegni e strategie, molti SDGs restano un miraggio. È tempo di agire davvero per non tradire le generazioni future. 25 settembre 2015 – 25 settembre 2025. Sono passati 10 anni da quando l’ONU ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: un patto globale che avrebbe dovuto porre fine alla povertà, proteggere l’ambiente e garantire dignità, benessere e giustizia per tutti. Eppure, nel 2025, l’Italia continua a mostrare prestazioni negative, stagnanti o in peggioramento su molti obiettivi.

Ora più che mai, è lecito chiedersi: possiamo ancora cambiare rotta?

Agenda 2030: che cos’è e cosa avrebbe dovuto fare

L’Agenda 2030, firmata nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, è articolata in 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs) e 169 target specifici, da raggiungere entro il 2030. In Italia la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata nel 2017 e aggiornata nel 2022 23 con nuovi valori obiettivo, rappresenta lo strumento ufficiale che coordina l’attuazione.

- Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha cercato di incanalare risorse importanti verso gli SDGs, mappando molte misure su obiettivi specifici.

Dove siamo rimasti indietro

Gli SDGs in deficit Dai rapporti recenti emergono chiari ritardi su vari fronti: 

- Città e comunità sostenibili: l’Italia fatica a migliorare la qualità dell’aria in molti capoluoghi, persistono emissioni nocive di PM2,5 superiori ai limiti, con rischi per la salute pubblica.

- Vita sulla terra / biodiversità: la percentuale di aree protette è aumentata ma resta distante da quanto serve.

- Consumo e produzione responsabile sta mostrando segnali positivi, ma non abbastanza per cambiare passo radicale. 

- In molti casi, gli sforzi politici e programmatici non si traducono abbastanza velocemente in azioni concrete su scala locale: infrastrutture, cambiamento climatico, disuguaglianze sociali. Cosa funziona (e cosa possiamo valorizzare) Non è tutto negativo. Alcuni elementi su cui l’Italia può costruire: Il PNRR ha destinato migliaia di milioni per misure collegate agli SDGs, con investimenti su energia pulita, trasporti sostenibili, e digitalizzazione. - La revisione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (2022 23) ha introdotto “valori obiettivo” più chiari e un sistema di indicatori migliorato, anche per monitoraggi territoriali. - Crescente impegno della società civile, delle imprese e delle istituzioni locali: progetti ambientali, iniziative green, partenariati territoriali.

Perché siamo ancora lontani Ci sono diversi ostacoli che frenano la piena attuazione: - Disparità territoriali: Nord vs Sud, regioni urbane vs aree interne. - Ritardi burocratici e politiche non integrate: spesso gli interventi ci sono, ma frammentati, con poca coordinazione fra le istituzioni. - Finanziamento non sempre adeguato o poco focalizzato su obiettivi chiave. - Cambiamento climatico già in atto: eventi estremi, fragilità idrogeologica, alluvioni che richiedono risposte urgenti. - Resistenza al cambiamento culturale: modelli di consumo poco sostenibili, scarsa consapevolezza ecologica diffusa. 

-Possiamo ancora agire? Sì, ma serve coraggio e strategia Ecco alcune linee guida pratiche per invertire la rotta:

1. Politiche locali più incisive: Comuni, Regioni devono essere motori del cambiamento, con progetti visibili per cittadini.

2. Partecipazione attiva della società civile: scuole, imprese, ONG devono essere coinvolte come partner veri.

3. Monitoraggio trasparente: rendere noti i dati sugli indicatori SDGs, con report periodici accessibili.

4. Incentivi efficaci per produzioni sostenibili, economie circolari, innovazione verde.

5. Educazione ambientale e sociale come base per cambiare stili di vita: dal consumo quotidiano all’uso delle risorse. Dieci anni fa abbiamo preso una promessa. Un impegno globale. Oggi, siamo davanti a una scelta: lasciare che il tempo scada con molti obiettivi non raggiunti, oppure agire con decisione. L’Italia può ancora farcela. Ma serve azione, corresponsabilità, visione. Non domani. Oggi.

A cura di Gaetanina Narciso

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