22 Sep, 2025 - 16:05

Manifestazione Roma pro Gaza, sfilano anche le femministe che dimenticano gli stupri di Hamas

Manifestazione Roma pro Gaza, sfilano anche le femministe che dimenticano gli stupri di Hamas

Ci sono anche loro: potevano mai mancare le femministe di casa nostra nei cortei di Roma e delle altre principali città italiane che segnano l'apice dello sciopero generale indetto dai sindacati di base per Gaza? Evidentemente no. Un giorno all'anno anche loro possono abbandonare i salotti. E scendere in piazza perpetrando la peggior tradizione dell'ipocrisia italiana.

Le nostre, infatti, sono femministe a corrente alternata. 

Per loro, comprese quelle del gruppo "Non una di meno", ci sono donne che meritano di essere tutelate e donne, invece, che possono subire di tutto: rapimenti, violenze, stupri, atroci morti.

Come spiegare altrimenti il loro sostegno senza se e senza ma alla Palestina (che poi vuol dire sostegno senza se e senza ma all'organizzazione terrorista che governa la Striscia, Hamas) e il silenzio assoluto, se non la condanna, delle donne ebree che dal 7 ottobre 2023 sono state uccise, violentate o rapite?

Nella manifestazione pro Gaza di Roma le femministe pro Hamas

È uno dei controsensi più incredibili di questi tempi: come fanno le femministe a essere così miopi davanti alle violenze che il fondamentalismo islamico, la dottrina che tramite Hamas regna nella Striscia di Gaza, riserva alle donne palestinesi nonché a quelle ebree? 

Indossando i copricapi viola e sbandierando il vessillo della Palestina non fanno altro che abboccare alla propaganda di Hamas che impone una società iper-patriarcale, dove l'uomo comanda e la donna ha zero diritti. 

Ma tant'è: per le femministe italiane, soprattutto nel giorno dello sciopero generale per Gaza, i terroristi di Hamas sono dei resistenti. Nulla di più falso: sono uomini che non si fanno scrupoli a utilizzare la popolazione civile della Striscia come scudo umano, comprese donne e bambini.

Il cortocircuito delle femministe è del tutto evidente. Pari solo a quello degli attivisti per i diritti della comunità Lgbtqa+ che organizzano i Gay Pride con le bandiere palestinesi senza sapere (o facendo finta di non sapere) che gli omosessuali e le lesbiche, nella Palestina di Hamas, vengono lapidati, imprigionati, uccisi. Ma con quale logica, c'è allora da chiedersi, urlano come delle ossesse:

virgolette
Free Palestine!

"Free", libera, da chi dovrebbe essere anzitutto la Palestina se non da chi la governa come se fossimo nel peggior medioevo?

"Free Palestine from Hamas", prima di tutto da Hamas, dovrebbe essere il loro slogan più giusto e coerente.

La critica alle femministe da salotto

E invece: il conformismo senza pensiero dilaga. Per fortuna che, proprio questa mattina, non è mancato chi l'ha criticato aspramente, come la giornalista Giorgia Petani di Libero:

virgolette
Fazzoletto fucsia al collo, sono metaforicamente in alto mare con la Global Sumud Flotilla perché, sospirando sui loro profili social, se ci fermiamo noi, si ferma il mondo, e allora fermiamoci tutti e blocchiamo tutto. Sì, fermatevi. Anche a pensare, qualche volta...

Petani, poi, è andata nello specifico:

virgolette
Care ragazze, non basta la retorica, non si può parlare di libertà, sofferenza e diritti, senza ricordare che cosa è Gaza, qual è l'ideologia di Hamas, che cosa pensano e fanno alle donne...

Ancora la giornalista di Libero ha sottolineato:

virgolette
Fermare la strage è un nobile obiettivo. Ma gli stupri sulle donne ebree? L'assassinio delle soldatesse? I rapimenti, le torture? Non è soltanto un elenco che riguarda la strage del 7 ottobre 2023, non si tratta esclusivamente della caccia all'ebreo - che avete dimenticato - c'è molto di più: c'è Hamas, c'è l'islamismo che non rispetta alcun diritto delle donne. Non una di meno e non una di più, sono tutte soggiogate

Le femministe accecate dall'odio (e a caccia di business)

Come non pensare allora che le femministe anche oggi, giorno dello sciopero generale, non hanno fatto altro che cavalcare l'onda del momento per fare l'unica cosa che ritengono sempre e comunque giusta: contestare il governo di centrodestra? 

virgolette
Accusano Meloni di restare in silenzio, quando invece sono loro a non spendere una parola per le donne uccise il 7 ottobre (...) Del resto, non c'è da stupirsi dell'ipocrisia del femminismo che milita a sinistra: l'incoerenza è il loro slogan, un marchio di fabbrica che garantisce visibilità nel circuito del giornalismo a senso unico

ha scritto ancora Giorgia Petani, concludendo in questo modo:

virgolette
C'è chi soffre e chi s'offre: sono tantissime le femministe-influencer che, strumentalizzando questo tema, hanno trovato spazio sui giornali e nei salotti televisivi. Dicono che non manchi il business
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