Da ieri, oltre che per le violenze registrate a Milano, si parla delle manifestazioni pro Gaza che ci sono state in giro per l'Italia anche per un deltaplano.
Cosa è accaduto? A Calenzano, vicino Firenze, un deltaplano a motore con i colori della pace ha sorvolato il corteo composto da circa 10 mila persone. Fin qui nulla di male. Fatto sta che le polemiche sono subito scoppiate quando un attivista filopalestinese ha postato una foto che lo ritraeva con la bandiera della Palestina e la scritta:
Vi ricordate? Il riferimento evidente era a uno dei mezzi con cui i terroristi di Hamas fecero irruzione in Israele per portare a termine la carneficina del 7 ottobre 2023, il terribile pogrom che ha dato inizio alla guerra.
Il 7 ottobre 2023, quando Hamas diede il via all'operazione Diluvio, oltre duemila miliziani entrarono nel territorio israeliano da più punti e con vari mezzi: autocarri, motociclette, camioncini e anche deltaplani. Attaccando anche laddove era in corso un festival musicale con 3000 partecipanti, il Nova Festival, uccisero 1200 ebrei colpevoli solo di essere ebrei; altri 250, di cui una trentina di bambini, furono rapiti e portati nella Striscia.
Il deltaplano, quindi: il pilota di quello di Calenzano, Carlo Berni, ha subito messo i puntini sulle i:
In effetti, è proprio così: Berni ha 75 anni ed è appassionato di fotografie dall'alto che scatta grazie al suo deltaplano. Sui social molti sono accorsi a testimoniare per lui
ha scritto, ad esempio, Sergio Gatteschi
Ma tant'è: l'autore del post che ha fatto scoppiare il caos attorno alla presenza del deltaplano sulle teste dei manifestanti, l'attivista filopalestinese Giuseppe Flavio Pagano, ha cancellato dal suo profilo il pomo della discordia.
Ha ritenuto, però, di lasciare pubblico il suo appello alla Palestina libera "dal fiume al mare" (tradotto, vuol dire con Israele cancellata dalla carta geografica).
E comunque: la polemica si è propagata lo stesso. Del resto, nel clima incandescente che si respira a proposito del conflitto mediorientale, è fin troppo facile far divampare un incendio anche con una piccola scintilla.
Il giornalista Pierluigi Battista, ad esempio, ha subito dedicato un post all'attivista pro Palestina che ha fatto nascere il caso scrivendo solo un numero: 1938, l'anno in cui il regime fascista promulgò le leggi razziali
Oltre all'autore de "Il professore ebreo perseguitato due volte, Tullio Terni e l'ipocrisia italiana", sulla vicenda del deltaplano, si è espressa Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: per lei, si è trattato di "un atto che richiama il pogrom di Hamas".
Per Emanuele Cocollini dell'Associazione Italia-Israele, infine, è stato un esempio "dell'esaltazione della violenza".
Parole che possono essere riferite più al post che ha scatenato il caso che al volo di un deltaplano che, a detta del suo pilota, non voleva omaggiare alcun tragico atto terrorista. Ma l'ultima parola sul caso spetterà alla Digos.