25 Sep, 2025 - 12:08

Dopo la morte di Paolo, esplodono le denunce: il bullismo a scuola è un'emergenza nazionale

In collaborazione con
Gaetanina Narciso
Dopo la morte di Paolo, esplodono le denunce: il bullismo a scuola è un'emergenza nazionale

Dopo la tragica scomparsa di Paolo, il giovane ragazzo vittima di bullismo che ha scelto di togliersi la vita, in tutta Italia si alza un grido d’allarme. Famiglie, studenti ed educatori stanno denunciando episodi di violenza sistemica all'interno delle scuole. Il bullismo scolastico non è più un caso isolato: è un problema culturale, strutturale, educativo. 

Centinaia di genitori, in questi giorni, si stanno facendo avanti con storie di abusi psicologici, fisici, esclusione sociale e cyberbullismo che i propri figli subiscono in silenzio. La morte di Paolo è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai pieno da troppo tempo.

Parliamo di bullismo, ma troppo spesso lo minimizziamo. Lo chiamiamo “ragazzate”, “normale competizione”, “fasi di crescita”. Ma la verità è che il bullismo uccide. Lo fa lentamente, ogni giorno, privando chi ne è vittima della propria autostima, dignità e speranza.
Le istituzioni scolastiche non possono più limitarsi a progetti formali e giornate celebrative. Serve un cambiamento reale: educazione emotiva, formazione per docenti, sportelli di ascolto veri, coinvolgimento attivo delle famiglie.


Non servono più silenzi. Non bastano più le condanne postume. Serve responsabilità collettiva. Ogni scuola, ogni famiglia, ogni istituzione deve fare la propria parte. #MaiPiùPaolo non sia solo un hashtag. Deve essere un impegno. 

A cura di Gaetanina Narciso

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