Giorgia Meloni, da New York, ha annunciato che il governo presenterà una sua proposta affinché anche l'Italia riconosca lo Stato della Palestina. A due condizioni: che Hamas liberi gli ostaggi e che poi tolga il disturbo.
Ma questa è davvero un'ipotesi percorribile? Secondo Marco Travaglio no. Nell'editoriale che ha firmato questa mattina il direttore del Fatto asfalta la premier.
Per lui, nelle parole di Giorgia Meloni, c'è più ipocrisia che altro. Il fronte mediorientale della terza guerra mondiale che si combatte a pezzettini non si riappacificherà certo grazie all'azione diplomatica dell'Italia.
Marco Travaglio boccia su tutta la linea anche l'idea lanciata da Giorgia Meloni a New York di riconoscere la Palestina. Dopo lo sciopero di lunedì indetto dalle Usb, da molti è stata interpretata in ogni caso come un'apertura, una vittoria delle migliaia di italiani che sono scesi in piazza.
Per Travaglio, però, la mossa della Lady di Palazzo Chigi arriva troppo tardi:
Allora: a cosa servono le parole di Giorgia Meloni in occasione dell'assemblea Nato? A poco o nulla:
alza il dito Travaglio. Come dire: Giorgia Meloni può ingannare i direttori dei giornaloni, non lui.
Per Marco Travaglio, la posizione assunta da Giorgia Meloni nelle ultime ore sulla possibilità che anche l'Italia riconosca lo Stato della Palestina ponendo delle condizioni nasconde una doppia ipocrisia.
La prima è questa:
La seconda è quella inerente il percorso di pace che si era intrapreso con gli accordi di Oslo ma fatto saltare da Netanyahu:
Il direttore del Fatto Quotidiano, quindi, conclude così:
In ogni caso, il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio non è stato tenero con il governo Meloni nemmeno per quanto riguarda la protezione della Flotilla.
Alessandro Mantovani, l'inviato del giornale su una delle imbarcazioni in navigazione verso Gaza, è in pericolo pure lui. E nella sua corrispondenza di oggi, l'ha messa così:
Ma che tipo di attacchi sono stati?
Per Mantovani, "ora tutti sanno che Israele o chi per lui continuerà ad attaccare, anche con armi più pesanti come gli ordigni incendiari che il 9 e il 10 settembre hanno colpito davanti alle coste tunisine le due navo principali partite da Barcellona a fien agosto, la "Familia Madeira" e l' "Alma". E potrebbero, appunto, anche affondare qualche barca".
Alessandro Mantovani, l'inviato del Fatto Quotidiano a bordo della Flotilla, ha anche svelato gli ordini ricevuti dopo gli attacchi che hanno subito le imbarcazioni della missione umanitaria:
Infine, quando si vede un drone, l'ordine è navigare a zig zag, con estintori e coperte ignifughe sempre a portata di mano e le luci sotto coperta e in testa all'albero spente.
Tuttavia, sono continuate le interferenze alla radio vhf: prima gli Abba e poi Bob Marley.
ha spiegato Mantovani. Che se ne sarà fatto una ragione.