26 Sep, 2025 - 07:00

Dove è stato scritto "Meloni come Kirk"

Dove è stato scritto "Meloni come Kirk"

Ieri, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è rientrata in Italia dopo i giorni trascorsi a New York in occasione dell'assemblea dell'Onu.

Ma, una volta in patria, ha trovato una brutta sorpresa.

Su un muro di Torino, è apparsa la scritta "Meloni come Kirk". In pratica, le si augurava di fare la stessa fine dell'attivista statunitense di estrema destra ucciso mentre teneva un comizio in un campus universitario.

Sull'episodio indaga la Digos. Ma la matrice è senz'altro da ricercare nel mondo Pro-Pal che in questi giorni sembra tenere in scacco mezza Italia.

La scritta "Meloni come Kirk": dove è stata letta, la reazione della premier

Torino, nei giorni scorsi, è stata una delle città dove le proteste dei gruppi Pro Pal sono state più numerose. Mercoledì sera i manifestanti hanno paralizzato la stazione di Porta Nuova, ad esempio, addirittura al grido dei fondamentalisti islamici: 

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Se non cambierà Intifada pure qua

Evidentemente, gli appelli a moderare i toni del dibattito pubblico e a riflettere prima di utilizzare parole che possono alimentare odio politico sono caduti nel vuoto.

Il clima rimane davvero teso. E uno degli argomenti che più accendono gli animi è proprio quello legato alla guerra in Medioriente.

Ma tant'è: Giorgia Meloni non ha fatto passare inosservato l'episodio della scritta apparsa alla stazione di Porta Susa di Torino che in pratica inneggiava a un suo assassinio.

A costo di passare per una persona che fa la vittima, come dicono i suoi avversari politici, sui suoi canali social, il presidente del Consiglio ha scritto:

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Meloni come Kirk. L’hanno scritto come minaccia. Ma chi vive di odio e intimidazioni non sarà mai come Charlie Kirk, perché non conosce il valore del dialogo, del confronto e della democrazia. Essere accostata a lui è motivo di orgoglio: Kirk ha fatto della sua vita una battaglia per la libertà di pensiero. Chi scrive minacce sui muri resterà sempre prigioniero della violenza. Noi continueremo a camminare liberi, forti delle nostre idee

Gli episodi di violenza con le manifestazioni Pro Pal

Oltre agli incidenti alla stazione di Milano, quest'ondata di manifestazioni Pro Pal sta seminando violenza e tensione un po' ovunque.

Nella stessa giornata di lunedì, quando è stato indetto lo sciopero generale per la causa palestinese, a Roma, un gruppo di studenti ha occupato la facoltà di Lettere al grido "fuori i sionisti dall'università".

Un altro, invece, ha bloccato il traffico in tangenziale causando gravi danni al traffico cittadino già di per sé caotico e penalizzato dalla giornata di pioggia.

Lo slogan principale della mobilitazione, del resto, è stato "blocchiamo tutto".

Ma tant'è: anche a giorni di distanza, le proteste si stanno ancora diffondendo a macchia d'olio. E a essere coinvolte questa volta sono anche le scuole superiori. I collettivi studenteschi hanno annunciato che in molti casi le occuperanno.

Tornando al fronte universitario, invece, a Genova, il rettore, Federico Delfino, ha deciso di denunciare gli studenti che da martedì occupano il rettorato "contro il genocidio di Israele". L'accusa nei loro confronti è di vilipendio delle istituzioni e interruzione di pubblico servizio. Del resto, nell'atrio dell'edificio, sono comparsi dei bersagli con al centro i volti del rettore e della ministra dell'università, Anna Maria Bernini.

Quest'ultima non ha potuto che commentare con queste parole:

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Non è impedendo il diritto allo studio che si difende la causa contro la carneficina di Gaza 
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