29 Sep, 2025 - 15:25

Terza guerra mondiale, Zelensky trascina l'Italia al fronte: l'allarme del Fatto di Travaglio

Terza guerra mondiale, Zelensky trascina l'Italia al fronte: l'allarme del Fatto di Travaglio

A forza di bugie e falsi allarmi, Zelensky, il presidente dell'Ucraina, sta trascinando l'Italia in guerra.

È l'allarme che oggi lancia il Fatto Quotidiano, il giornale di Marco Travaglio.

Ma perché è stato fatto suonare l'allarme rosso?

La spiegazione è presto detta: la scorsa settimana, Zelensky ha dichiarato che i droni di Putin potrebbero invadere lo spazio aereo anche dell'Italia.

C'è da credergli? Per il Fatto, no. Zelensky ha speso quelle parole solo nel tentativo di allargare il fronte del conflitto. E nella terza guerra mondiale, vuole l'Italia al suo fianco: ecco la spiegazione di Travaglio.

Terza guerra mondiale, Zelensky vuole combatterla con l'Italia al fianco

Perché Zelensky alza la tensione arrivando a dire che anche l'Italia è a rischio con i droni di Putin?

È la domanda che si è fatta oggi il Fatto Quotidiano, arrivando alla conclusione che il presidente dell'Ucraina ha tutto l'interesse di ampliare il fronte della guerra in corso. 

Per lui, tutti gli episodi di sconfinamento che si sono registrati negli ultimi mesi sono chiare provocazioni di Mosca. Ma le verifiche l'hanno puntualmente smentito. 

Sabrina Provenzani ha analizzato uno a uno gli episodi, ed è giunta alla conclusione che quelle del presidente ucraino sono sempre state bugie e falsi allarmi.

I precedenti delle "provocazioni russe"

Il primo precedente di sconfinamento, Sabrina Provenzani, la giornalista del Fatto, l'ha fatto risalire al 15 novembre 2022, quando un missile colpì il villaggio polacco di Przewodów uccidendo due civili.

Per Zelesky già quella era la prova di una escalation da parte russa. Fatto sta che, poco dopo, verifiche Nato e Usa ridimensionarono il caso: si trattò di un missile lanciato da Kiev e deviato per errore.

I media europei e occidentali non ne diedero quasi conto. Ma, secondo il Fatto, crearono il clima di paura necessario alla spinta europea per il riarmo.

Da quel giorno, si sono contati almeno una ventina di casi, ora bollati come "attacco deliberato" ora come "guerra ibrida" dall'Europa. 

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Ma analisi Nato, Norad, agenzie di intelligence, compresa l'italiana Aise, e fonti giornalistiche indipendenti raccontano una storia diversa: circa il 70% di questi episodi si rivela essere parte di operazioni standard, errori di navigazione o interferenze da jamming ucraino, senza prove di intenti bellici russi oltre alla già tragica invasione dell'Ucraina

ha scritto Provenzani.

Casi simili si sono verificati in Polonia così come in Alaska dove, tra il 2023 e il 2025, il comando militare congiunto di Stati Uniti e Canada (Norad) ha intercettato una ventina di velivoli russi in uno spazio internazionale dove il monitoraggio è di routine.

I presunti allarmi di queste settimane

I giornali europei, stando sempre al Fatto, sono subito pronti a parlare di "minacce russe". Ma anche gli ultimi casi registrati in questi giorni sono tutt'altro che concreti.

Per il giornale di Travaglio, il più emblematico è quello registrato nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2025. Quando una ventina di droni russi diretti in Ucraina via Bielorussia è entrata in territorio polacco e hanno danneggiato una casa a Wyryki. Tusk, a quel punto, subito fece suonare l'allarme:

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È un attacco deliberato. La prospettiva di un grande conflitto militare è più vicina che in qualsiasi altro momento dalla Seconda Guerra Mondiale

disse. Spalleggiato da Ursula Von der Leyen, per la quale si era trattato di "una violazione sconsiderata" e dalla Nato che subito attivò addirittura l'articolo 4.

"Tuttavia, il 17 settembre, il quotidiano polacco Rzeczpospolita rivela che Wyryki era stata colpita da un missile Usa AIM-120 difettoso sparato da un F-16 polacco"

ha sottolineato Sabrina Provenzani.

Ma non è tutto: il 19 settembre, 3 Mig-31 russi sono sconfinati in Estonia per 12 minuti. Reuters, però, ha avuto modo di verificare e ha parlato di "caso fortuito".

Il caso dell'aereo di Ursula von der Leyen

Prima ancora, il 31 agosto, era scattato l'allarme per delle interferenze sul Gps dell'aereo su cui viaggiava la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Il coro dei giornaloni fu immediato e unanime: "Sabotaggio russo".

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Ma l'Easa e le autorità bulgare hanno chiarito che si è trattata di una probabile interferenza da guerra elettronica, ucraina o russa, non mirata

 

  

 

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