29 Sep, 2025 - 18:57

Sindacalisti o fomentatori di piazza? A ottobre almeno 12 scioperi dei trasporti (e a pagare saranno i pendolari)

Sindacalisti o fomentatori di piazza? A ottobre almeno 12 scioperi dei trasporti (e a pagare saranno i pendolari)

Ma come si fa a vivere in un Paese dove, in media, ci sono tre scioperi al giorno? Avete capito bene: tre ogni santo giorno: è un dato ufficiale della Commissione di Garanzia degli scioperi rilevato già nel 2023.

Ma come si fa a vivere in un Paese dove i sindacati, più ai problemi dei lavoratori, sembrano interessati a fare politica fomentando le piazze contro i governi di turno (soprattutto se sono di centrodestra)?

Ma come si fa a indire uno sciopero generale per un motivo di politica estera, per la pace nel mondo, nello specifico per la pace a Gaza, facendo ricadere sul governo italiano un'accusa infamante come quella di essere "complice di genocidio"?

Al di là del merito della questione, giusta o sbagliata che si consideri, i Cobas, una settimana fa, portando a casa l'adesione del 5,96% dei lavoratori ma una lunga lista di manifestazioni che hanno bloccato le maggiori città italiane, hanno avuto un'eco mediatica così grande che ora si sono talmente ringalluzziti che per il mese di ottobre hanno già messo sul tavolo qualcosa come 12 scioperi: dodici!

Quando i sindacati fomentano le piazze più che proteggere i lavoratori: la lista degli scioperi di ottobre

E insomma: ogni lavoratore pendolare, così come ogni studente fuori sede, la mattina si sveglia e sa che deve correre più forte per non perdere magari quell'unica corsa del pullman o del treno che lo porta al lavoro, salvata solo dal fatto che è in fascia protetta.

In Italia, così sembrano stare le cose: paradossalmente, le uniche vittime degli scioperi sono i lavoratori stessi.

E anche tutte le stesse cause per le quali si indicono manifestazioni e si incrociano le braccia finiscono per essere viste in maniera negativa da tutti gli altri cittadini, tra chi rimane imbottigliato nel traffico, chi deve rimandare una visita medica, chi, invece, non può servirsi di un servizio qualsiasi della pubblica amministrazione. Boomerang a non finire.

I disastrosi risultati al referendum dello scorso giugno contro il Jobs Act voluto dalla Cgil, ad esempio, ricordano qualcosa?

Lo scollamento tra le organizzazioni dei lavoratori e il cuore pulsante del Paese è evidente.

Scioperare è un diritto sacrosanto di chi lavora. Ma se lo sciopero diventa strumentale e ripetuto continuamente, finisce per essere visto come null'altro che un ricatto. Per di più da quella parte dei lavoratori (ormai sempre più minoritaria) che in realtà è già super protetta e tutelata.

A pagare, quindi, alla fine finiscono per essere sempre gli stessi: i più deboli.

La nuova "primavera" dei Cobas

E comunque: una volta, si faceva riferimento "all'autunno caldo" dei sindacati più rappresentativi che almeno lottavano per obiettivi ben precisi nell'ambito delle relazioni tra datori e prestatori di lavoro. Ora, invece, la tendenza è scioperare più per motivi politici che altro.

Allora si annuncia una nuova "primavera" dei più estremisti, come i Cobas. Anche se il rischio è che sotto le braccia incrociate, niente. 

Forse l'ultima, grande manifestazione squisitamente sindacale in Italia fu quella indetta dalla Cgil di Cofferati nel 2002 per mantenere l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ma anche quella battaglia, non essendo altro che di bandiera, fu inevitabilmente persa nel giro di qualche anno.

Il nuovo calendario degli scioperi

In ogni caso, ora, i Cobas, i sindacati dell'estrema sinistra, si sentono galvanizzati dall'indubbio successo di immagine che hanno avuto lo scorso 22 settembre.

Per questo, il calendario degli scioperi che hanno preparato è fittissimo. Come dicevamo, ben 12 per il prossimo mese di ottobre.

Le giornate di astensione dal lavoro si concentreranno nel settore dei trasporti: autobus, metro, ferrovie e trasporto aereo. Chi dovrà servirsene è meglio che si faccia il segno della croce. Tanto più che, nella seconda metà del mese, saranno interessati anche aeroporti e infrastrutture ferroviarie. 

Le agitazioni varieranno da brevi stop locali di 4 ore a intere giornate di stop, con rilevanza locale, regionale o nazionale.

La prima giornata di passione, giovedì 2 ottobre, inizierà con i treni fermi.

L'indomani, venerdì 3 ottobre, si incroceranno le braccia anche nel mondo della scuola. Anche se ormai si sa che questo modo di fare sarà sempre bocciato dai semplici cittadini.

 

   

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