Proseguono scandite da colpi di scena e rivelazioni le indagini sull'omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne originaria di Castelsardo trovata morta dopo oltre venti giorni dalla sua scomparsa nella tenuta di ConcaEntosa, di proprietà dell'imprenditore vitivinicolo Emanuele Ragnedda, reo confesso del delitto.
Secondo i primi accertamenti, la donna sarebbe stata uccisa con un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata al volto. Il sospetto degli inquirenti è che, nelle fasi successive, Ragnedda sia poi stato aiutato da una donna, sua amica o compagna, a ripulire la scena del crimine e a disfarsi di alcuni oggetti appartenenti alla vittima.
L'autopsia sul corpo di Cinzia Pinna sarà eseguita giovedì prossimo, ma dai primi risultati della Tac svolta ieri, 29 settembre 2025, dal medico-legale Salvatore Lorenzoni, è già emerso qualcosa di importante, cioè che la donna sarebbe stata colpita con una pistola in pieno volto.
All'altezza del naso, presentava, infatti, un foro causato da un proiettile, che però - a differenza dell'arma, una Glock semiautomatica ad uso sportivo - non è stato ritrovato. L'ipotesi è che le abbia trapassato il viso, fuoriuscendo.
E che sia poi stato nascosto da Ragnedda insieme ad altri oggetti, tra cui alcuni appartenuti alla vittima. Quando è stata trovata senza vita, Cinzia era nuda dalla cintura in giù: circostanza che fa pensare che la lite preceduta all'omicidio possa essere scaturita da un rifiuto sessuale.
La 33enne era scomparsa l'11 settembre scorso, dopo essere uscita - barcollando - da un locale dove si era recata insieme ad amici a Palau, in Gallura. La svolta è arrivata settimane dopo, grazie all'analisi delle videocamere di sorveglianza, che hanno ripreso la donna salire sull'auto dell'imprenditore.
Dopo una tentata fuga via mare, il 24 settembre il 41enne è stato fermato con l'accusa di omicidio volontario e, interrogato, ha confessato il delitto, consentendo agli inquirenti di ritrovare il corpo di Cinzia. Secondo la sua ricostruzione, le avrebbe sparato durante una colluttazione, perché lei aveva tentato di tagliargli la lingua dopo aver nominato Satana.
Sulle sue braccia e sul suo volto il medico che lo ha visitato nel carcere di Bancali avrebbe rinvenuto, in effetti, delle ferite da arma bianca. Resta però un mistero cosa sia accaduto davvero quella notte. Nelle scorse ore, secondo quanto riportato da L'Unione Sarda, il 41enne avrebbe chiesto di poter partecipare agli accertamenti in programma per oggi nella sua tenuta.
Ragnedda potrebbe rilevare qualche dettaglio in più sull'accaduto. Si attendono, quindi, sviluppi. Intanto, gli investigatori hanno iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di favoreggiamento una donna amica (o fidanzata?) dell'imprenditore - ristoratrice di San Pantaleo - che frequentava regolarmente la sua abitazione.
Il sospetto è che possa aver aiutato Ragnedda a ripulire la scena del crimine, eliminando le tracce del delitto, tra cui il divano dove sarebbe stata spostata la vittima dopo l'aggressione, prima di essere nascosta tra la vegetazione.
In alto, un servizio sull'omicidio di Cinzia Pinna mandato in onda dalla trasmissione Rai "La Vita in Diretta" nella giornata di ieri, 29 settembre 2025.
Risulta indagato come lei di favoreggiamento l'uomo di 26 anni di origini milanesi tirato in ballo dallo stesso Ragnedda, inizialmente sospettato di aver aiutato il 41enne a disfarsi del cadavere di Cinzia. Entrambi potrebbero aver avuto un ruolo anche nella sparizione degli effetti personali della 33enne.
I suoi abiti e il suo telefono cellulare, ad esempio, che non sono mai stati ritrovati. Non è tutto: fonti locali riportano infatti che, nelle prossime ore, la platea degli indagati potrebbe ulteriormente ampliarsi e il numero dei presunti complici salire.
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