È stato fermato tra Mirabello Sannitico e Ferrazzano, in provincia di Campobasso, dopo una fuga durata oltre dodici ore. Salvatore Ocone, 58 anni, ha poi confessato di aver ucciso la moglie Elisabetta Polcino - trovata senza vita ieri mattina, 30 settembre, nella loro abitazione di Paupisi, a Benevento - e il figlio Cosimo, di 15 anni, che aveva portato con sé. L'altra figlia, Antonia, 16 anni, è rimasta gravemente ferita ed è ora ricoverata all'ospedale Neuromed di Pozzilli, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico.
Salvatore Ocone ha 58 anni ed è un operaio agricolo. Chi lo conosce parla di un "uomo riservato", di un "gran lavoratore", che negli ultimi tempi - però - aveva mostrato segnali di disagio. Sembra che fosse affetto da una forma di depressione profonda.
E che, in più di un'occasione, avesse mostrato comportamenti squilibrati. Un residente ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno che una volta si sarebbe denudato in strada, apparentemente senza motivo. Un'altra avrebbe cercato rifugio in una chiesa durante una crisi emotiva.
Non risulta, comunque, che fosse mai stato violento con moglie e figli, anche se qualcuno sostiene che litigassero spesso. Con la moglie, Elisabetta, per tutti "Elisa", era sposato da quasi 25 anni. Insieme vivevano in una villetta a due piani a Paupisi. La stessa in cui ieri, 30 settembre, si è consumata la tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, tutto sarebbe cominciato all'alba. A differenza di quanto emerso in un primo momento, Ocone non avrebbe aggredito la moglie dopo una lite, ma mentre lei era al letto - e forse dormiva -, colpendola con una pietra alla testa e al volto.
A trovare il corpo è stata la madre dell'uomo, che abita al piano superiore e che, non sentendo movimenti in casa, si è allarmata. Elisa era in una pozza di sangue. Quando i soccorritori sono arrivati, per lei non c'era già più nulla da fare.
Il marito, invece, era fuggito, portando con sé i due figli minori: Cosimo, 15 anni, e Antonia, 16 (il maggiore, Mario, unico assente, vive e lavora a Rimini). Le ricerche, partite immediatamente, si sono concluse solo ieri in serata. Il ragazzo era morto, la sorella gravemente ferita.
Quando è stato fermato, Ocone era in stato confusionale, ma non avrebbe opposto resistenza. Durante l'interrogatorio davanti al procuratore di Benevento, Gianfranco Scarfò, ha confessato tutto. È accusato ora di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona.
Sono tanti, nonostante la confessione, gli aspetti della vicenda ancora da chiarire. In primo luogo, il movente: cosa possa aver spinto Salvatore a massacrare la sua famiglia. Non si esclude che dietro la strage si nasconda una crisi psichiatrica improvvisa.
Se così fosse, bisognerebbe ragionare su eventuali omissioni. Possibile - infatti - che nessuno avesse segnalato le sue problematiche? Fondamentale, per maggiori risposte, sarà attendere gli esiti degli accertamenti in corso.
Nel servizio di TeleRegione Tv, le immagini successive all'arresto di Salvatore Ocone - 30 settembre 2025.
L'arma del delitto - una grossa pietra - è già stata ritrovata e sequestrata. L'attenzione si concentra ora sulle tracce rinvenute nell'auto del 58enne, una Opel Mokka nera, e sulle celle telefoniche agganciate dal suo cellulare, per risalire al percorso della fuga.
La comunità di Paupisi è intanto piombata nel silenzio. Il sindaco, Antonio Coletta, che ieri era stato tra i primi ad arrivare sul posto dopo le segnalazioni, ha parlato di una "tragedia inimmaginabile", mentre il parroco ha invitato tutti al raccoglimento.
Si prega per Antonia, unica sopravvissuta alla strage, e per suo fratello Mario, che non era in casa e non ha potuto far nulla per aiutare i familiari. "Dio li aiuti", si legge in molti commenti apparsi sui social nelle scorse ore.