Un incarico tecnico-scientifico e sullo sfondo una delle vicende giudiziarie più discusse degli ultimi venti anni: il delitto di Garlasco. In questo quadro si inserisce la rinuncia - da parte dell'ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano - al ruolo di consulente di Andrea Sempio, attualmente indagato per l'omicidio di Chiara Poggi. Ecco cosa sappiamo.
La notizia è arrivata con un comunicato stampa ufficiale lo scorso 30 settembre: Luciano Garofano ha deciso di rinunciare al ruolo di consulente tecnico della difesa di Sempio, amico di lunga data del fratello di Chiara Poggi e oggi al centro della nuova inchiesta sul delitto.
Il motivo, si legge nella nota firmata dal generale, sarebbe di natura professionale. Garofano parla di una decisione
Non ci sarebbero dunque motivazioni personali, ma una divergenza metodologica su come affrontare un momento chiave dell'inchiesta dietro la sua scelta, che ha lasciato molti sorpresi.
Garofano era già stato consulente di Sempio nella prima indagine, risalente al 2017, poi archiviata. In quel periodo, il generale fu incaricato dalla difesa del giovane di elaborare una consulenza genetico-forense riguardante il Dna.
Garofano precisa nella nota che lavorò "sulla scorta di documenti e atti che gli vennero forniti dagli stessi difensori committenti, che inviò poi tramite mail, ricevendo in compenso 5.000 euro regolarmente fatturati.
scrive nel comunicato, rispondendo agli attacchi mediatici ricevuti nei giorni scorsi.
Garofano, in pratica, era stato accusato di aver operato in maniera poco trasparente e imparziale, perché - secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, tra cui quella del Giornale - avrebbe utilizzato, per produrre la sua consulenza, documenti riservati, in particolare una perizia redatta dal genetista Pasquale Linarello (per la difesa di Stasi), all'epoca ancora teoricamente secretata.
Si tratta della perizia che indicava la possibile presenza di un Dna compatibile con quello di Sempio sotto le unghie della vittima. Che Garofano sostiene ora di aver ricevuto dalla difesa stessa. Il generale ha anche fatto sapere di aver
Le ipotesi che sono state fatte sul suo conto si collegano, infatti, all'inchiesta aperta dalla Procura di Brescia sull'ex procuratore di Pavia Mario Venditti, che sia nel 2017 che nel 2020 chiese di archiviare la posizione di Sempio ed è ora accusato di corruzione in atti giudiziari.
Venditti, in particolare, secondo la Procura, potrebbe aver agito dopo aver ricevuto dai Sempio una somma di 43mila euro. Questo il motivo per cui, qualche giorno fa, non solo lui e Andrea, ma anche i genitori dell'indagato, Daniela e Giuseppe e gli zii Ivana, Patrizio e Silvia sono stati perquisiti.
Così come i carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, sospettati di aver avuto "contatti opachi" con i Sempio, intrattenendo con loro "contatti non relazionati" prima delle audizioni dell'indagato in Procura. Omettendo alcuni particolari ritenuti importanti nella trascrizione delle intercettazioni che li riguardavano.
Le dichiarazioni rilasciate da Silvio Sapone, oggi in pensione, alla trasmissione Rai "Ore 14" - 30 settembre 2025.
La vicenda, intricata e ancora in pieno svolgimento, potrebbe riservare ulteriori sviluppi, ripercuotendosi sull'indagine principale, quella per omicidio. La magistratura continua a indagare. Garofano, intanto, si chiama fuori. Il suo contributo, per ora, finisce qui.