Don't cry for me, Argentina. E don't cry for Gaza, Elisa.
È spuntata anche lei, la cantante originaria di Trieste, tra gli artisti indignados per ciò che sta avvenendo in Medio oriente.
Il che, per il popolo social, sarebbe anche apprezzabile. Ma a patto che poi facessero anche qualcosa di concreto per aiutare la popolazione di Gaza.
Nel caso di Elisa, un video di pochi secondi che la ritrae al pianoforte, in tuta, senza trucco, scapigliata, piangente, con la voce rotta dalle lacrime, mentre sembra frignare più per la sorte della Flotilla che per quella dei gazawi e manda una stoccata a Giorgia Meloni, è giudicato quantomeno insufficiente per la causa.
Anzi: per molti utenti social, solo a far parlare di sé, anche a rischio di speculare su chi piange davvero. Agli occhi di molti, la cantante non risulta credibile.
Il video diffuso da Elisa, se serviva ad alzare la popolarità della cantante nel momento in cui l'apprensione per ciò che accade a Gaza è massima, è stato un buco nell'acqua. Anzi, un vero e proprio boomerang.
La domanda che in molti si sono posti vedendolo è, infatti, se l'abbia registrato perché davvero scossa per Gaza o perché abbia voluto strumentalizzare anche la missione della Flotilla a proprio vantaggio.
Come dire: il troppo stroppia. E, di solito, le lacrime più sincere sono quelle che si versano in privato, non accendendo un cellulare e registrando un video.
Sta di fatto che ciò che ha fatto pensare male a molti utenti social è stato il tag che Elisa ha voluto inserire pubblicando il video: verso Giorgia Meloni.
ha detto tra un singhiozzo e l'altro.
I commenti del popolo social non sono stati affatto benevoli, quindi. Un utente, ad esempio, l'ha messa così:
Un altro utente, crede, invece, che il suo video non sia altro che una messa in scena:
Quello più incisivo, però, forse è questo:
E comunque: Elisa è solo l'ultima rappresentante del mondo dello spettacolo italiano a salire (metaforicamente) a bordo della Flotilla e a intervenire sul dramma di Gaza.
Prima di lei, ad esempio, a Nanni Moretti è bastato mettere uno striscione all'ingresso del suo cinema romano per conquistare un bell'applauso:
è stato l'acuto del regista cult della sinistra italiana. Ma peccato che nemmeno quello sia arrivato a Gaza.
Così come la dedica di Toni Servillo, Coppa Volpi all'ultimo Festival del cinema di Venezia:
ebbe modo di dichiarare l'attore napoletano.
Certo, però: non chiarendo il dubbio se per i vip dello spettacolo anche la solidarietà a Gaza sia ormai una cosa da mostrare per copione o se veramente sentita.