Il caso Garlasco si arricchisce di nuovi capitoli, e tra chi segue con attenzione ogni sviluppo c’è Francesca Bugamelli, conosciuta come Bugalalla, voce autorevole dell’approfondimento su cold case e cronaca nera online.
Nell’ultima intervista rilasciata a Tag24, Bugamelli si mostra decisa nel sottolineare le contraddizioni e le anomalie che, a suo avviso, continuano a emergere nella vicenda, complicando ulteriormente la ricerca della verità.
“Mi sono fatta l’idea che sia davvero un gran pasticciaccio” afferma Bugamelli, rimarcando come l’avvio di una seconda indagine – stavolta dalla Procura di Brescia – confermi la gravità delle circostanze: “Due procure con procuratori capo così importanti, con una carriera alle spalle davvero illustre, non aprano un’indagine sulla fuffa o sul niente, come molti ci hanno voluto far credere.”
La nuova inchiesta si concentra sulla possibile corruzione in atti giudiziari, coinvolgendo persino un ex procuratore, un fatto che la giornalista definisce “importante e gravissimo”, segnalando che i magistrati agiscono sicuramente “avendo in mano ben altro rispetto a ciò che abbiamo ritrovato sul decreto di perquisizione”.
Sin dalla condanna di Alberto Stasi, Bugamelli ha nutrito forti dubbi. “Questo accanimento fin da subito su Alberto Stasi, senza mai valutare altre piste, mi lasciava piuttosto confusa, ma sospettosa”, confida.
Col tempo, il conto degli errori investigativi ha superato quota 60, avvicinandosi ai 70, mentre “ogni giorno c’è qualche giornalista investigativo che trova un nuovo dettaglio sulla scena del crimine”, accentuando la percezione di una ricostruzione parziale e forse deformata.
Tra le “anomalie mai repertate né direttamente fotografate” durante i rilievi investigativi, Bugamelli cita i famosi cucchiaini presenti nella cucina della vittima: “Non mi puoi repertare il cucchiaino che evidentemente stava utilizzando Chiara per fare colazione che aveva abbandonato sul divano di fianco ai cereali e non repertarmi i cucchiaini due nel lavabo che erano fuori contesto.”
Secondo l’intervistata, sembra che siano stati documentati solo alcuni oggetti “che erano, diciamo, in qualche modo obbligati a repertare, ma tutte le altre anomalie le hanno lasciate al caso.” Una situazione che si ripete troppe volte per essere casuale.
Bugamelli non esclude che dietro il caso Garlasco possano celarsi “affari loschi”, e accoglie con favore la nuova indagine, che “credo si allargherà anche ad altri soggetti”.
Segnala inoltre il caso del generale Garofano, che ha abbandonato l’incarico proprio nel momento in cui il suo nome viene citato nel decreto di perquisizione della Procura di Brescia: “Non è tra gli indagati né tra coloro che sono stati raggiunti dalle perquisizioni, questo è giusto sottolinearlo, ma il tempismo è particolare, perlomeno”.
L’intervista si chiude con un auspicio: “Ben venga questa nuova indagine”, dice Bugamelli. La sensazione è che sia necessario guardare oltre le versioni ufficiali e continuare a indagare senza pregiudizi, per non lasciare troppe domande senza risposta. Il caso Garlasco rimane avvolto da misteri irrisolti e l’attenzione di chi, come Bugamelli, non smette di investigare e sollevare dubbi sarà fondamentale per fare finalmente chiarezza.