04 Oct, 2025 - 22:27

Scontri Pro Pal-polizia a Roma dopo il corteo principale: Meloni ringrazia

Scontri Pro Pal-polizia a Roma dopo il corteo principale: Meloni ringrazia

Con Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni incapaci di dire una parola sulla deriva antisemita di una parte del corteo Pro Pal svoltosi oggi a Roma, alla fine, chi si frega le mani sapendo in cuor suo che sarà lei a passare all'incasso quando domani mattina riapriranno le urne elettorali in Calabria?

La risposta è facile: Giorgia Meloni.

La premier, insieme a tutti gli altri leader del centrodestra, non vedono l'ora di scartare l'ennesimo regalo del Campo largo.

Scontri al corteo Pro Pal di Roma, Meloni si frega le mani

Sono state migliaia le persone che anche oggi sono scese in piazza a Roma per testimoniare la loro solidarietà verso la popolazione di Gaza. Ma non sono mancate, come si temeva, delle derive antisemite prima e degli scontri con le forze dell'ordine poi.

Per la cronaca: prima sono state profanate delle pietre d'inciampo che ricordano le vittime della Shoah. Poi sono stati alzati dei cartelli contro i sionisti. Quindi, sono stati intonati cori per l'Intifada e per la Palestina "libera dal fiume al mare" (quindi, senza più Israele). Di seguito, sono comparse delle scritte sui muri che minacciavano Giorgia Meloni.

Ma soprattutto è stato fatto sfilare come se nulla fosse uno striscione che proclamava il 7 ottobre come la data simbolo della resistenza palestinese.

Dopo il corteo principale, come se tutto questo non bastasse, gli scontri che hanno chiuso una giornata perfetta per il celebre aforisma di Ennio Flaiano:

virgolette
Non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo

Eh già: perché le ore di ordinaria follia si sono vissute mentre tutto il mondo spera nel buon esito del piano di pace di Trump in Medio Oriente, piano accettato dalla stessa Hamas che finalmente si arrende all'idea di rilasciare gli ostaggi per iniziare a metterlo in pratica.

Il commento di Giorgia Meloni

Ma tant'è: ciò che accade in Italia sul fronte ProPal sembra indifferente ai fatti. 

E questo, insieme all'inerzia della sinistra davanti al fanatismo, fa avanzare solo lei, Giorgia Meloni:

virgolette
Un sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine per il lavoro straordinario svolto in questi giorni complessi, nonostante abbiano dovuto fronteggiare aggressioni, lanci di oggetti e tentativi organizzati di scontro. La mia vicinanza va a tutti gli agenti rimasti feriti: la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano un presidio indispensabile per la sicurezza della nostra Nazione
ha scritto la premier in un post su Facebook

Difficile non immaginare che la premier non abbia pensato neanche per un momento che tutto quello che è accaduto in Italia in questi giorni, dalla Flotilla versione Grande Fratello agli scioperi generali fino ai cortei violenti che hanno strumentalizzato la causa palestinese, non porti dei benefici elettorali al centrodestra.

A cominciare da domani mattina alle sette, quando apriranno le urne per le regionali in Calabria.

Chi beneficerà degli scontri di stasera

E insomma: la violenza, i facinorosi, gli estremisti, i fondamentalisti non hanno mai portato bene quando poi si è trattato di votare. Magari hanno riempito le piazze, ma mai le urne, come recita un vecchio adagio della politica.

Giorgia Meloni spera che la regola possa confermarsi anche questa volta perché se il centrodestra si confermasse vincitore anche in Calabria con Occhiuto potrebbe vantare un 3-0 nelle prime tre sfide regionali di questa stagione elettorale che culminerà la prossima primavera con il referendum confermativo della riforma della magistratura.

A quel punto, il Campo largo non potrebbe sbagliare più un colpo. Guai se gli sfuggisse solo una delle tre regioni in cui parte strafavorito: la Toscana (al voto tra una settimana), la Campania e la Puglia. 

Le immagini dei Pro Pal che sono arrivati ad imbrattare anche la statua di San Giovanni Paolo II a Termini e a sfidare la polizia non sono di buon auspicio per chi dice di rappresentare un'alternativa valida al centrodestra. Al governo da tre anni, ma ancora lì a fregarsi le mani. 

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