06 Oct, 2025 - 11:30

"Together": debutto cinematografico per il regista Michael Shanks

"Together": debutto cinematografico per il regista Michael Shanks

 

"Together", approfondimento e critica

Vi è mai capitato di sentirvi così assetati d’amore e passione da non riuscire quasi a respirare? Da farvi provare quel desiderio di amare e di essere amati talmente forte da straziarvi le carni, da darvi il tormento, da squarciarvi il petto per punzecchiarvi il cuore con la punta di un fuso? Avete mai percepito quel fremito febbricitante, nel bisogno di stringervi saldamente a qualcuno, da farvi palpitare a tal punto da ingrossarvi le vene bollenti e farvi venire un formicolio alle mani? Per Platone la sete d’amore nasceva dall’istinto inconscio che spinge ogni essere umano di ricongiungersi con la propria metà. Nel Simposio, infatti, Platone faceva parlare Aristofane, devoto di Amore (Eros, nella mitologia greca), che attraverso il mito dell’anima gemella tentava di spiegare la necessità umana di vivere i sentimenti romantici. Secondo l’Aristofane di Platone, all’origine del mondo, le persone avevano una forma sferica ed erano formate da due individui, con due volti, quattro braccia, quattro gambe e due organi genitali. Questi esseri erano di sesso maschile, femminile o androgino. A causa della loro tracotanza però, denominata Hybris nella tragedia greca, venivano visti da Zeus come una minaccia, che decise poi di dividerli a metà e di tenerli separati in punti diversi nel mondo; condannati, dunque, a cercare disperatamente la propria anima gemella. Ed è per questo, sempre secondo Aristofane, che andiamo alla continua ricerca di un’unione profonda e spirituale, dettata da un’urgenza esistenziale nel voler ritrovare la nostra parte mancante. E se volessimo trovare qualche piccolo segno che questa teoria possa essere vera, potremmo soffermarci sui gemelli siamesi...

Ebbene, la filosofia di Platone ha ispirato la sceneggiatura di Together, il primo lungometraggio di finzione del regista australiano Michael Shanks che, il 26 gennaio 2025, ha debuttato sul grande schermo presentando la sua opera al Sundance Film Festival, nella sezione Midnight. Distribuita nelle sale italiane a partire dal 1° ottobre scorso, questa pellicola sembra avere, in senso più ampio, una grossa vicinanza con il platonismo e anche alcuni richiami al mito della caverna. 

Tim (Dave Franco) e Millie (Alison Brie) sono una coppia di trentacinquenni, legati da circa dieci anni, che stanno passando un momento di stallo nel loro rapporto. In seguito alla decisione di trasferirsi dalla realtà cittadina a quella provinciale della campagna, per seguire la di lei carriera di insegnante, a causa di un temporale imprevisto durante una passeggiata tra i boschi limitrofi alla loro abitazione, sprofonderanno in una vecchia chiesa sotterranea, abbandonata da tempo. Dopo essersi abbeverati direttamente da una piccola pozzanghera stagnante all’interno della cappella dismessa, una volta tornati a casa, cominceranno ad accusare degli strani sintomi e l’impossibilità fisica di allontanarsi.

I due ruoli principali del film sono interpretati da Dave Franco e Alison Brie, che nella realtà, da tredici anni, stanno davvero insieme e sono sposati dal 2017. Michael Shanks, che oltre a dirigere Together ne ha anche scritto la sceneggiatura, attraverso l’horror ha confezionato una favola filosofica per adulti, addentrandosi nell’intricato universo dei legami d’amore e ha affrontato anche lo smarrimento personale ed esistenziale nel quale si può inciampare passando tanti, a volte troppi, anni al fianco della stessa persona. Ma non è il primo che nel 2025 ha utilizzato il genere dell’orrore per girare una fiaba disturbante non con l’unico fine di terrorizzare, ma anche e soprattutto per indurre a una riflessione. Basti pensare a The Ugly Stepsister di Emilie Blichfeldt o a La Valle dei Sorrisi di Paolo Strippoli.

Nel finale ho trovato sia una prevedibilità che un’imprevedibilità: se buona parte dell’ultimo atto era abbastanza intuibile già dall’inizio, non essendo molto originale, c’è un aspetto che mi ha sorpresa, di cui non posso fare menzione per non spoilerare. Devo ammettere che non sono un’amante dei film che presentano una componente troppo surreale e con dei colpi di scena ricchi di menomazioni fisiche mostruose, ma in questo caso, capendo la metafora, ne ho compreso il senso e, guardando il disegno d’insieme, direi che calza. Comunque molto affascinanti i richiami alla filosofia di Platone, che avrei però sviluppato di più. Di sicuro Together mi ha fatto venire una gran fame d’amore. 3,3 stelle su 5.

LEGGI ANCHE