06 Oct, 2025 - 08:58

Altra pagliacciata in tv: anche Francesca Albanese abbandona lo studio (dopo aver sentito citare la Segre)

Altra pagliacciata in tv: anche Francesca Albanese abbandona lo studio (dopo aver sentito citare la Segre)

Francesca Albanese, noi non la giudichiamo: la perdoniamo. Ma ci prometta che questa cosa non la fa più.

L'inizio delle trattative per la pace a Sharm el-Sheik, Hamas che sta per arrendersi e liberare finalmente gli ostaggi israeliani, evidentemente, sta mandando in tilt la sinistra di piazza e di salotto (vedremo nel pomeriggio, con i risultati delle regionali in Calabria, se anche di urne). 

Ma perché bisogna perdonare Francesca Albanese?

Ieri sera, ospite di In Onda, il programma di La7 condotto da Luca Telese e Marianna Aprile, l'icona dei Pro Pal che promette di scalzare persino Elly Schlein dal trono del Pd, appena sentito citare il nome della senatrice a vita Liliana Segre, si è alzata e ha abbandonato lo studio.

Come dire: i nervi, a sinistra, sono a fior di pelle. 

In mattinata, era stato lo stesso Luca Telese ad abbandonare anzitempo un altro studio televisivo, quello di Omnibus, sempre su La7, in quanto sconfitto dialetticamente da Daniele Capezzone sui temi inerenti alla Flotilla.

Francesca Albanese lascia lo studio dopo la citazione di Liliana Segre

E quindi: mai dire Liliana Segre al cospetto di Francesca Albanese.

La sacerdotessa Pro Pal è brava solo a bacchettare e a fare le faccine ai sindaci del Pd che la premiano ma si permettono di dire che Hamas deve rilasciare gli ostaggi israeliani.

A questo punto, come sospettano già tanti nostri lettori, viene da chiedersi se davvero la relatrice Onu abbia a cuore le sorti della Palestina, la fine della guerra, un suo futuro all'insegna della pace e della convivenza o se ormai si è ridotta solo a strumentalizzare la causa di quel popolo tanto martoriato.

Ma veniamo ai fatti: cosa è accaduto ieri sera nel corso di In Onda?

Francesca Albanese era ospite del salotto di Telese e Aprile insieme a Francesco Giubilei, il presidente della Fondazione Tatarella.

Il dibattito si stava concentrando su Gaza. E Giubilei, in maniera molto calma e serena, a proposito dell'opportunità di utilizzare il termine "genocidio", ha ricordato la posizione di Liliana Segre.

La senatrice a vita testimone della Shoah condanna aspramente il governo Netanyahu. Ma ritiene che per giungere alla pace sarebbe meglio evitare di ricorrere a quel termine: rimanda infatti all'Olocausto, allo sterminio perpetrato da Hitler nei confronti degli ebrei.

Fatto sta che appena ha pronunciato il nome di Segre, Marianna Aprile ha tentato di interromperlo. E Francesca Albanese è stata un fulmine a dire:

virgolette
Arrivederci

a saltare dalla poltrona e ad abbandonare lo studio.

Albanese scappa via ma Aprile e Telese la difendono

A quel punto, il fatto che lascia tanto più perplessi è che i conduttori Marianna Aprile e Luca Telese, già più volte criticati per la loro posizione molto morbida nei confronti di Hamas, anziché cercare di calmare e di far restare in studio Francesca Albanese, hanno subito tentato di giustificarla:

virgolette
Francesca!

le ha detto svelando una certa confidenza Marianna Aprile.

Ma tant'è: la relatrice è scappata letteralmente via nonostante Giubilei la invitasse a restare.

Aprile e Telese, in ogni caso, hanno giustificato il comportamento di Francesca Albanese: a sentir loro, la Sacerdotessa Pro Pal aveva avvisato che non poteva rimanere in studio per tutta la durata della puntata. Sarà. Ma scappare in quel modo...

Le parole di Liliana Segre a proposito dell'utilizzo del termine "genocidio"

E comunque: attorno al termine "genocidio", c'è chi si sta costruendo una carriera e chi, invece, come Liliana Segre, tenta di ragionare.

Il 2 agosto, all'indomani dell'intervista dello scrittore ebreo che ha perso un figlio in guerra David Grossman che sdoganava il termine "genocidio", la senatrice a vita fece questa osservazione:

virgolette
Anche David Grossman, con la sua eccezionale sensibilità, avverte il pericolo dell'uso strumentale e parossistico dell'anatema genocidio che fin dal giorno successivo al 7 ottobre viene fatto qui in Occidente. E infatti dice dobbiamo trovare il modo per uscire da questa associazione fra Israele e il genocidio. Prima di tutto, non dobbiamo permettere che chi ha sentimenti antisemiti usi e manipoli questa parola

Si direbbe che i fatti le hanno dato ragione: sabato, a Roma, in occasione dell'ultima manifestazione Pro Pal, sono state profanate persino le pietre d'inciampo che ricordano le vittime ebree delle deportazioni nei campi di concentramento nazisti.

In ogni caso: alla domanda su quale rischio vede nel definire "genocidio" le stragi di civili, i crimini di guerra e la carestia nella Striscia di Gaza, ancora Liliana Segre ebbe modo di rispondere:

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Se in Israele il problema è quello di arrestarsi sull'orlo dell'abisso, qui in Europa il problema è duplice: aiutare israeliani e palestinesi che in quell'abisso rischiano di sprofondare, ma al tempo stesso non far dilagare qui la barbarie culturale che un acritico arruolamento su uno o sull'altro dei due fronti più estremisti sta producendo. Per questo mi sono sempre opposta e continuo ad oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo. È uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell'Europa inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell'Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo

E insomma, l'invito di Liliana Segre è di non lasciarsi andare ad isterismi.

Per questo allora, Francesca Albanese, noi non la giudichiamo: la perdoniamo. Ma ci prometta che questa cosa non la fa più.

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