Inutile fare la spesa, pensare cosa cucinare o dove prenotare: per i parlamentari italiani, s'intende. Perché domani sono tutti invitati al ristorante di Montecitorio per gustare le tagliatelle non di nonna Pina, come si cantava allo Zecchino d'oro, ma di Pierferdinando Casini.
E insomma: domani sarà anche il 7 ottobre, secondo anniversario del pogrom che ha scatenato la guerra a Gaza e causato chissà quante viittime per fame.
Ma il magna magna italico si conferma. Inesorabile. Più forte di tutto e di tutti. A tavola non si invecchia mai, diceva Totò.
E così: domani tagliatelle. Il senatore Pierferdianndo Casini ne porterà 15 chili e saranno cucinate per senatori e deputati.
Sette mesi fa, l'ex presidente della Camera è stato nominato "apostolo onorario" dell'associazione "Gli apostoli della tagliatella". Così, per meritare questo titolo ha pensato di organizzare il pranzo speciale.
Ma le tagliatelle come saranno condite? Beh, a Montecitorio si rispetterà la più ferrea tradizione emiliana: la pasta lunga all'uovo si arricchirà del sapore del ragù alla bolognese.
Gli altri? Mangino brioche. Che, tra l'altro, Trump ha messo i super dazi anche sulla pasta.
Ma basteranno 15 chili per tutti i parlamentari? Casini crede di sì:
E comunque: Casini non è il tipo che butta i soldi dalla finestra e i suoi conti li sa fare:
Casini ha fatto anche qualche nome dei suoi amici politici che sono buone forchette.
Uno è molto famoso: si tratta di quello del presidente della Lazio Claudio Lotito. A Palazzo Madama, veste i colori di Forza Italia.
C'è, allora, un caso-Lotito a proposito di tagliatelle?
Quasi a voler subito spazzare via ogni possibile polemica, Casini, a Fabrizio Caccia del Corriere della Sera, ha tenuto a puntualizzare che l'iniziativa del tagliatella-day non porta solo la sua firma:
Si dice che l'idea delle tagliatelle per tutti sia maturata nell'ambito del Bologna Club insediato in Parlamento. Ma Casini, per non seguire le orme di Lotito costretto ad affidarsi ai beveroni per non ingrassare ulteriormente, ha svelato anche il segreto per mangiare, alle soglie dei settant'anni, tagliatelle a volontà:
E comunque: tagliatelle-day a parte, come ebbe modo di scrivere un vero cultore della materia quale Filippo Ceccarelli, "non c'è passaggio politico che non sia stato accompagnato dal suo risvolto gastronomico, vedi il cuoco di corte di Berlusconi, l'attitudine tra il materno e il padronale a nutrire i suoi alleati, l'idiosincrasia anti-italiana per l'aglio e la cipolla e la piega ornamentale della sua tavola: le pennette tricolori, il gelato pure tricolore che piaceva tanto a Bush jr; a parte le cene cosiddette eleganti, dove peraltro le ingrate ragazze sostenevano si mangiasse poco e male. Fino alla breve stagione di Renzi, le riunioni della segreteria del Pd con le buste Eataly ben in vista o la pizza a palazzo con Tony Blair"
Un caso a parte però è Matteo Salvini, promotore del "gastrosovranismo". Sempre Ceccarelli l'ha descritto così:
"Avido e feroce golosone social, iperbolico annusatore di salumi, famelico e desiderante divoratore di qualsiasi pietanza purché italiana, dalla Nutella in su e in giù, a riprova di un politico che parla come mangia"
Una volta, però, nel settembre del 2018, pubblicò una foto proprio di un piatto di tagliatelle ai funghi e la accompagnò con la didascalia dal chiaro riferimento commerciale:
Ma sempre magna magna era. È e sarà.