Un po' Patty Smith (Sacerdotessa Pro Pal degli sprovveduti, più che dei poveri); un po' Maestrina (con la bacchetta, più che dalla penna rossa); un po' Marchesa del Grillo (di un centro sociale, più che di una società nobiliare).
Francesca Albanese, comunque la si voglia vedere, è in preda a un vero e proprio delirio di onnipotenza.
Prima umilia il sindaco di Reggio Emilia mentre la sta premiando in quanto reo di aver auspicato la liberazione degli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas. Ormai, è passato già alla storia il suo
Poi abbandona di scatto uno studio televisivo di La7 appena sente citare Liliana Segre a proposito del "genocidio" nella Striscia.
Poi concede un'intervista a uno degli organi di stampa mainstream che più la spalleggia, Fanpage, e in pratica si sente in grado di dare una lezione di genocidio anche a Liliana Segre, la senatrice a vita che il genocidio e gli orrori di un campo di concentramento li ha vissuti sulla sua pelle.
Parlando di lei è arrivata a citare anche le pietre di inciampo, le pietre che ricordano i deportati ebrei nei campi di concentramento dove furono arrestati.
E insomma: passare da una cittadinanza onoraria all'altra (l'ultima a Bologna del sindaco Pd Matteo Lepore), passare da un talk televisivo all'altro, da un'intervista all'altra, essere editata dalle case editrici più importanti del Paese (i suoi libri sono in bella vista in tutte le librerie), evidentemente, rischia di far girare la testa.
Del resto, solamente pochi mesi fa, alzi la mano chi conosceva la funzionaria Onu per la Palestina nata nel 1977 ad Ariano Irpino ma da anni lontana dall'Italia?
La sua popolarità è iniziata quando gli Stati Uniti di Trump si sono accorti che qualcosa nel suo lavoro non andava: chi si spende per le Nazioni Unite deve essere imparziale. Ma lei è giunta a ipotizzare tutto un sistema economico che si regge sul genocidio di Gaza. Di più: è arrivata a dire che Hamas ha fatto anche cose buone, quando invece è un'organizzazione terroristica che dal 2005 ha in ostaggio i palestinesi della Striscia.
Invece di scuole e ospedali, Hamas ha speso milioni di dollari che gli sono arrivati da tutto il mondo per la causa palestinese in tunnel e armi per assicurare vite blindate e lussuose ai suoi capi.
Gli Usa, così, hanno deciso di sanzionarla. Ma proprio quella decisione dell'amministrazione Trump è stata, paradossalmente, la sua fortuna.
Di rimando, infatti, la sinistra italiana l'ha subito eretta a paladina dei più deboli.
Alleanza Verdi e Sinistra addirittura la voleva candidare al Premio Nobel per la Pace. Evidentemente perché le Europee erano già andate appannaggio di Ilaria Salis.
Ma tant'è: la strumentalizzazione politica lo stesso non ha conosciuto e non conosce limiti. Nemmeno quello rappresentato dal sangue degli innocenti che si sparge in Medioriente.
Ma quale è stata l'ultima goccia nel bicchiere che ha fatto traboccare l'acqua?
L'intervista che Francesca Albanese ha concesso ieri a Fanpage in cui, dopo la sua fuga dagli studi di In Onda, ha dichiarato, smentendo anche i conduttori Luca Telese e Marianna Aprile che hanno tentato subito di giustificarla, che è andata via proprio per la Segre.
La relatrice Onu ha spiegato:
(nello specifico, si riferiva al giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini e al presidente della Fondazione Tatarella Francesco Giubilei)
Ma il culmine l'ha toccato quando ha definito la senatrice a vita Liliana Segre una persona "strumentalizzata".
Per la precisione, alla domanda: intende dire che la figura della Segre è strumentalizzata?
ha risposto con un calembour sadico, ricorrendo alle pietre d'inciampo per una sopravvissuta alla Shoah:
E insomma: l'esperta, l'unica che può davvero parlare è lei, la Sacerdotessa Pro Pal.
ha sentenziato su Liliana Segre. Lei, invece, è imparziale e lucida. E, nel nome dei Pro Pal, per molti, è pronta anche ad intraprendere la carriera politica.
Tra le tante reazioni alla dichiarazione di Francesca Albanese su Liliana Segre, da sottolineare quella del presidente del Senato Ignazio La Russa:
Non so se sia peggio la signora Albanese che se ne va sdegnata dallo studio televisivo quando viene citata la senatrice a vita Liliana Segre o il giornalista che prova a coprirla difendendo l’indifendibile. Alla senatrice Segre la mia sincera e affettuosa solidarietà.
— Ignazio La Russa (@Ignazio_LaRussa) October 6, 2025
Come dire: quando una Sacerdotessa incontra il mainstream, meglio tentare di mettere subito un argine alla deriva.