Paura, eh?! Dopo i due scioperi generali e le decine di manifestazioni Pro Pal che hanno caratterizzato le ultime settimane, il ministro Matteo Salvini ha annunciato di voler riformare la legge che regola il diritto allo sciopero all'insegna del "chi rompe, paga".
Il vicepresidente del Consiglio ha svelato oggi questa sua intenzione al Corriere della Sera.
Il diritto di sciopero è blindato dalla Costituzione. L'articolo 40, infatti, recita così:
Qual è, quindi, la legge che regola il diritto allo sciopero e che Salvini vuole riformare?
Si tratta della 146 del 1990. Stiamo parlando, quindi, di un impianto normativo vecchio di 35 anni.
Il titolo descrive bene dove e come va a intervenire: detta le "norme sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e sulla salvaguardia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati".
Inoltre, la 146 istituisce la Commissione di garanzia dell'attuazione della stessa norma.
Una delle regole principali che prevede è che lo sciopero si deve preannunciare. E che per i servizi essenziali, come nel settore dei trasporti, si debbano osservare delle fasce di garanzia.
Ma Salvini come la vuole cambiare? Questa è la vendetta che medita.
ha detto il ministro.
Del resto, proprio lo sciopero dello scorso 4 ottobre è stato un caso di scuola: il Comitato di garanzia degli scioperi, infatti, aveva detto che lo sciopero generale indetto dalla Cgil era illegale perché indetto troppo tardi. Era in regola solo un sindacato di base.
Sta di fatto che la legge ora in vigore contempla anche la possibilità da parte dell'esecutivo di precettare i lavoratori e costringerli, tranne che in specifici casi, a revocare lo sciopero.
Ma per il caso della scorsa settimana, però, Salvini l'ha messa così:
E per il vicepremier, la mossa ha dato tutto sommato dei risultati:
In ogni caso, Salvini non poteva mancare di attaccare il segretario della Cgil Maurizio Landini, per qualcuno l'usurpatore di "Bella ciao" delle piazze italiane.
Il nocciolo della riforma Salvini della legge sullo sciopero, quindi, sarà proprio questo: i manifestanti dovranno rispondere dei danni che causano.
Ma il ministro come metterà in pratica questa volontà?