11 Oct, 2025 - 21:45

Se l'Italia ora riconosce la Palestina deve prendersi anche i profughi e i terroristi che saranno rilasciati da Israele?

Se l'Italia ora riconosce la Palestina deve prendersi anche i profughi e i terroristi che saranno rilasciati da Israele?

Dopo la pace trumpiana, la sinistra subito ha rilanciato: ora l'Italia riconosca lo Stato della Palestina.

Del resto, Giorgia Meloni, in tempi non sospetti, ha aperto a questa possibilità a due condizioni: che venissero liberati gli ostaggi e che Hamas non governasse più la Striscia di Gaza.

Esattamente le cose che il piano Trump sta iniziando a far materializzare.

Ma se ora anche l'Italia riconosce la Palestina, oltre agli applausi dei fautori dei due Stati per due popoli, nel pacchetto, ci saranno anche i profughi e parte dei terroristi che Israele si appresta a rilasciare obbedendo agli accordi di pace raggiunti?

La domanda non è affatto banale. Tanto più che la risposta, forse, non la sa nessuno.

Se riconosce la Palestina, l'Italia accoglierà profughi e terroristi?

Lunedì, anche Giorgia Meloni sarà in Egitto per la firma dell'accordo del cessate il fuoco definitivo a Gaza.

Nel nuovo scenario che si apre in Medioriente, la premier vorrebbe entrare nel board che gestirà la fase di transizione, dove siederà anche Tony Blair. 

Ma tant'è: in patria, la premier sarà chiamata dalle opposizioni a dare seguito alla promessa che ha fatto non molti giorni fa di riconoscere lo Stato della Palestina.

Ma la domanda che ora sovviene è questa: visto che gli accordi di pace prevedono la liberazione di decine di terroristi palestinesi e vista la fiumana umana che lungo la costa sta tornando verso Gaza City e il nord della Striscia per rendersi conto se ha ancora una casa e un futuro in quella terra, l'Italia che riconosce la Palestina sarà pronta anche a farsi carico degli effetti collaterali?

Israele ha promesso di liberare quasi 2 mila detenuti palestinesi in cambio dei 48 ostaggi (28 cadaveri) in mano ad Hamas.

A conti fatti, un ostaggio equivale a 42 prigionieri jihadisti, di cui 4 ergastolani.

Negli ultimi mesi, ben tre nazioni del G7 hanno riconosciuto la Palestina.

Ma dato che oltre di onori si vive di oneri, tutti questi Paesi, ora, sono anche disposti ad accogliere qualcuno dei duemila terroristi che saranno liberati? 

Insomma: c'è chi la mette così:

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Se il riconoscimento della Palestina è reale, va al di là della facile marchetta da campagna elettorale, è il momento di dimostrarlo

Chi verrà rilasciato da Israele nel nome della pace?

Nel nome della pace, Israele non sembra voglia concedere la libertà a Marwan Barghouti, il leader della seconda Intifada che secondo vari analisti potrebbe unire le varie fazioni palestinesi e dare il vero via al processo di costituzione statuale della Palestina; non sembra voglia concedere la libertà ad altri 11 capi di Fatah, il partito laico fondato da Yasser Arafat che si oppone ai fondamentalisti; ma sembra voglia concedere la libertà a prigionieri che stanno scontando pene per terrorismo, hanno commesso attentati, omicidi o li hanno organizzati. Saranno in tutto 250.

Con loro, poi, nella lista di chi riacquisterà la libertà ci sono anche altri 1700 palestinesi. Questi non si sono macchiati di alcun reato. Ma inevitabilmente dovranno ricominciare la loro vita da zero o quasi, viste le condizioni della Striscia.

Chi di loro avrà la possibilità di rifarsi una vita nei vari Paesi del mondo che hanno riconosciuto la Palestina?

E se anche l'Italia sarà tra questi, potranno arrivare anche nel nostro Paese? 

E dei terroristi che stavano scontando l'ergastolo, che ne sarà?

Sono domande a cui, oggi, evidentemente, nessuno può dare una risposta certa: gli effetti collaterali di una pace complicata come quella mediorientale non possono essere tutti predeterminati. 

 

 

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