13 Oct, 2025 - 12:42

Pensione INPS in Brasile: guida 2025/2026 per non perdere i contributi

Pensione INPS in Brasile: guida 2025/2026 per non perdere i contributi

Sempre più pensionati scelgono di riorganizzare la propria vita all'estero, e molti di loro trovano sotto il sole del Brasile il luogo ideale per godersi la pensione. Ma cosa succede ai contributi versati in Italia dopo una vita di lavoro? È possibile vivere cullati dal suono della bossa nova (un celebre genere musicale brasiliano), con il sapore di una caipirinha (il cocktail nazionale a base di cachaça, lime e zucchero), senza perdere i propri diritti pensionistici? La risposta, senza sorprese, è sì: si tratta di un percorso guidato da norme legislative ben precise.

Di recente, molti lettori hanno espresso dubbi in merito, chiedendosi: "Posso ricevere la mia pensione italiana se vivo in Brasile?" o "Come posso combinare i contributi?". Domande lecite che trovano risposta nella Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale stipulata tra l'Italia e il Brasile. Questo accordo, firmato il 30 gennaio 1974 e ratificato con la Legge n. 282 del 19 maggio 1977, è la base normativa che permette ai lavoratori dei due Paesi di non perdere i frutti del loro lavoro quando si spostano da una nazione all'altra.

Vediamo insieme come funziona, quali sono gli ultimi aggiornamenti e come affrontare le procedure per assicurarsi una serena pensione in terra brasiliana.

Pensione INPS in Brasile: la totalizzazione dei contributi

Il principio su cui si fonda la convenzione italo-brasiliana è la totalizzazione. Ma cosa significa esattamente? Se un lavoratore non ha accumulato abbastanza contributi in uno solo dei due Stati per maturare il diritto alla pensione, può chiedere all'INPS di sommare i periodi di contribuzione versati in entrambi i Paesi per raggiungere il requisito minimo.

Ecco un esempio pratico: se per ottenere la pensione di vecchiaia in Italia servono 20 anni di contributi, ma un lavoratore ne ha maturati 15 in Italia e 7 in Brasile, grazie alla totalizzazione raggiunge i 22 anni di anzianità, maturando il diritto alla pensione.

Tuttavia, come riportato da diverse testate e sottolineato dai patronati, richiedere la totalizzazione non significa attivare un trasferimento di denaro. I contributi restano nei rispettivi istituti (INPS e INSS). Al momento della pensione, ciascun ente pagherà la propria quota, calcolata in proporzione ai contributi ricevuti, secondo un sistema definito pro-rata.

Come e dove presentare la domanda

Oltre alla possibilità di cumulare i contributi, molti si chiedono: "A chi devo presentare la domanda?". La regola generale, confermata da tutte le fonti istituzionali, prevede che la domanda sia presentata direttamente all'istituto di previdenza del Paese in cui si risiede.

Questo significa che un cittadino italiano residente in Brasile dovrà rivolgersi a una sede dell'INSS (Instituto Nacional do Seguro Social). Sarà poi l'INSS ad avviare la comunicazione ufficiale con l'INPS in Italia. Come evidenziato in diversi approfondimenti online, per evitare che semplici errori possano compromettere o ritardare la pratica, è fortemente consigliata l'assistenza di un patronato (come INCA, INAS, ITAL).

Aggiornamenti: tasse e prova di esistenza in vita

Una volta approvata la domanda, la gestione della pensione dall'estero richiede di familiarizzare con due aspetti pratici che si ripresentano ogni anno: la corretta impostazione fiscale e la procedura per l'esistenza in vita. In particolare:

  • la questione fiscale è spesso un punto critico, ma la soluzione è chiara, a patto di rispettare una condizione fondamentale, spesso sottolineata da portali specializzati come Fiscomania: il trasferimento della residenza fiscale. Per essere tassati solo in Brasile, infatti, non basta abitarci: è necessario iscriversi all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) e soggiornare nel Paese per più di 183 giorni l'anno. Senza questo passaggio, l'Italia continuerebbe a considerarvi residenti fiscali, applicando l'IRPEF. Rispettata questa condizione, la Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali stabilisce che le pensioni sono imponibili soltanto nello Stato di residenza. In altre parole, la pensione INPS sarà tassata secondo le leggi brasiliane attraverso l'imposta sul reddito locale (IRPF), spesso con condizioni più vantaggiose;

  • per evitare frodi, l'INPS richiede annualmente ai pensionati residenti all'estero un certificato di esistenza in vita. Si tratta di una procedura obbligatoria, le cui scadenze vengono comunicate ogni anno. È un passaggio fondamentale per non rischiare la sospensione della rendita.

Domande frequenti (FAQ) - Pensione INPS in Brasile 

  1. Posso trasferire i miei contributi versati in Italia al fondo pensione brasiliano? No, non è possibile trasferire il montante contributivo. Il principio applicato è quello della totalizzazione, che permette di sommare i periodi di assicurazione per maturare il diritto a pensione, ma ogni Paese pagherà la sua quota in base ai contributi effettivamente versati nel proprio sistema.
  2. Come viene pagata concretamente la pensione italiana in Brasile? L'INPS, tramite un istituto di credito convenzionato, accredita la pensione mensilmente. Il pensionato può scegliere di ricevere l'importo su un conto corrente in Brasile. La somma, erogata in euro, verrà convertita in real brasiliani al tasso di cambio applicato al momento del pagamento.
  3. Quali sono i requisiti minimi per accedere alla pensione di vecchiaia italiana vivendo in Brasile? I requisiti di età e contribuzione sono quelli previsti dalla legge italiana al momento della domanda (attualmente, 67 anni di età e 20 anni di contributi). La convenzione aiuta a raggiungere il requisito contributivo dei 20 anni sommando i periodi italiani e brasiliani, ma è necessario avere almeno un anno di contribuzione effettiva in Italia.
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