14 Oct, 2025 - 18:27

Trump mette in riga anche Travaglio: il "viva la pace" del direttore del Fatto

Trump mette in riga anche Travaglio: il "viva la pace" del direttore del Fatto

È ufficiale: a Trump rimane da convincere solo Francesca Albanese e Maurizio Landini. Tutti gli altri li ha messi tutti in riga. Compreso Marco Travaglio che questa mattina si è unito al coro delle laudationes.

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Il presidente puzzone dobbiamo solo ringraziarlo

ha scritto il direttore del Fatto Quotidiano.

Anche se la sua è una "pace sporca", sempre meglio della guerra che sterminava i palestinesi ogni santo giorno e, non più indietro di una settimana fa, metteva in pericolo i flotilleros.

Trump convince anche Marco Travaglio: la pace sporca sempre meglio della guerra

Certo, una certa simpatia del mondo pentastellato per Donald Trump, che nel corso del suo primo mandato aveva chiamato "Giuseppi" il leader del Movimento Giuseppe Conte (allora premier), non è stata mai nascosta.

Ma mai come oggi c'è stato un vero e proprio endorsement per il capo della Casa Bianca. Per di più, a firma del suo vate, Marco (o a questo punto Marchi?) Travaglio, secondo il quale, nel nome della realpolitick, non si poteva fare di meglio di quanto visto ieri a Sharm el-Sheikh:

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Un antidoto agli opposti fanatismi che cianciano di pace giusta mentre la gente crepa è l'approccio di Trump, che è la canaglia a tutti nota, ma almeno un pregio ce l'ha: non è ideologico, non ragiona per pregiudizi, è completamente amorale e dunque non conosce moralismi né imperi del Bene da scatenare in guerra contro gli assi del Male. C'è da trattare con Hamas? Tratta con Hamas. Con gli Houthi? Con gli Houthi. Con l'Iran? Con l'Iran. Idem con Putin e Xi

E insomma: viene in mente quella vecchia canzone di Lucio Dalla e degli Stadio, "Grande figlio di puttana":

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Grande figlio di puttana / ma che amico per me / uno che ruba anche la luna se la deve dare a te

Ma non solo. Se si pensa al cappello di Melania e all'imprevedibilità ormai leggendaria di Trump sul tavolo delle trattative, c'è anche questa strofa che dà il senso dell'editoriale che gli dedica oggi Travaglio:

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Sotto l'ombra del cappello / non ti fa capire mai / se tira fuori il suo coltello o ti chiede come stai

Travaglio for Trump: anche lui nel mondo MAGA

E insomma: uno, dieci, cento, mille Trump per Marco Travaglio. Ve l'aspettavate? Il direttore del Fatto si professa "pragmatico" e quindi "i fini giustificano i mezzi", a voler scomodare Machiavelli. 

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Dovremmo scordarci le paci giuste, peraltro mai esistite nella Storia, e acconciarci alle paci possibili, che sono sempre sporche: nascono dal compromesso fra interessi opposti, cioè dalla diplomazia, che deve scontentare un po' tutti trovando un punto di incontro realistico rispettando i rapporti di forze

Questa legge, per Travaglio, vale per tutti. E Trump ha fatto bene a farla rispettare a Netanyahu così come farà bene a farla rispettare a Zelensky:

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Vale per Netanyahu che deve ingoiare un accordo firmato in pompa magna da Trump, Erdogan, Al Thani e Al Sisi che promuove Hamas a poliziotto di Gaza e deve rinfoderare i propositi di annessione, deportazione, guerra infinita e tornare al voto con un pugno di mosche. Vale per i palestinesi, che devono trovare una leadership spendibile per riavviare il faticoso percorso verso lo Stato, citato pur vagamente dal patto Trump

La speranza di Travaglio è che la legge della pace possibile che Trump fa rispettare valga anche a calmare il fronte orientale dell'Europa: 

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Dove gli euro-nani Ue continuano a inseguire la pace giusta, cioè la chimera della sconfitta militare russa, mentre Kiev seguita a perdere uomini e territori. Anche lì, l'alternativa alla guerra è una sola: la pace sporca

ha messo a verbale Travaglio, a sorpresa il nome nuovo del mondo Maga.

 

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