Se non fosse un caso isolato, poco male. Invece, la questione che riguarda il Trentino Alto Adige è a tratti molto seria: si registra un incrocio tra l'importo medio dei mutui più alto d’Italia e, allo stesso tempo, una delle percentuali più basse di cittadini indebitati. Come è possibile? Un'analisi incrociata dei dati del Sole 24 Ore (su basi Istat e Crif a giugno 2025) e del portale MutuiSupermarket.it svela la fotografia di un mercato immobiliare esigente e di una popolazione con un'elevata capacità patrimoniale.
È l'ennesima dimostrazione che la ricchezza patrimoniale incide sull'andamento dell'esposizione debitoria dei cittadini. Il dato chiave che spicca è 49.000 euro: non un aiuto statale, ma l'esposizione debitoria media per ogni famiglia residente in regione, che include mutui e altri prestiti. Un dato che, se confrontato con la media nazionale, richiede un numero di stipendi ben superiore per essere azzerato. Eppure, a fronte di questo, meno di quattro persone su dieci risultano avere un finanziamento attivo.
Senza troppi giri di parole, i dati che arrivano dal mercato dei mutui sono impressionanti. In Trentino-Alto Adige, l'importo medio richiesto per l'acquisto di una casa supera i 190.000 euro, un valore che rappresenta un record nazionale. A seguire, a grande distanza, si trovano Lombardia e Lazio con circa 146.000 euro. Questa è una chiara constatazione di come il mercato immobiliare registri prezzi tra i più elevati d'Italia.
L'analisi del Sole 24 Ore mostra che nelle province di Trento e Bolzano meno di quattro persone su dieci risultano indebitate. Un dato tra i più bassi a livello nazionale, che segnala come un reddito mediamente più alto e una solida ricchezza patrimoniale riducano la necessità generale di ricorrere al credito.
In altre parole, non tutti i cittadini ricorrono a prestiti, ma chi lo fa accende un mutuo per importi particolarmente elevati.
Bisogna sempre ricordare che i dati vanno analizzati, soprattutto se emerge un valore distintivo come quello dei 49.000 euro di debito medio per famiglia. Sicuramente questo non è un indice di povertà, ma la conseguenza di un alto costo della vita e, soprattutto, di investimenti immobiliari abbastanza corposi. Basti pensare che in regioni come la Calabria, il debito medio si ferma a 19.000 euro, meno della metà.
Questo significa che per le famiglie trentine e altoatesine che hanno un finanziamento attivo, il peso dell'indebitamento è sensibilmente più alto rispetto alla media italiana, che richiede circa 17 mensilità di stipendio per essere azzerato
Molti si interrogano: chi è il mutuatario tipo in Trentino-Alto Adige? Dai dati emergono diversi elementi che aiutano a delinearne il profilo, tra cui:
elevata capacità di anticipo: la regione registra uno dei Loan-to-Value (LTV) più bassi d'Italia, pari al 72%. Questo significa che, in media, chi acquista casa copre con capitale proprio almeno il 28% del valore dell'immobile, una percentuale che testimonia un'alta capacità di risparmio.
giovane: la quota di richiedenti under 36 è molto alta (44,1%), dimostrando che, nonostante i costi, le nuove generazioni continuano a investire nel mattone.
focalizzato sulla "prima casa": ben il 70,6% dei mutui è destinato all'acquisto dell'abitazione principale, la quota più alta in Italia insieme all'Abruzzo. Questo indica che il mercato è trainato da reali esigenze abitative più che da investimenti speculativi.
In conclusione, emerge una fotografia chiara: quella di un'economia a due velocità. Da un lato, un mercato immobiliare accessibile principalmente a coloro che dispongono di una solida base economica, ma che allo stesso tempo permette ai giovani di realizzare il progetto della prima casa, seppur a fronte di un impegno finanziario da record.